Nepal: i leader religiosi accolgono il messaggio di Assisi per la pace e il dialogo
I leader delle varie religioni presenti in Nepal, Paese laico ufficialmente dal 2006
ma dove la transizione verso la laicità dopo anni di monarchia assoluta indù è particolarmente
difficile a causa dell’opposizione di gruppi di estremisti, fanno proprio il messaggio
inviato da Benedetto XVI ad Assisi e s’impegnano a lavorare concretamente insieme
per la pace. “Tutti i leader dovrebbero considerare con serietà le parole del Papa
– scrivono i religiosi nepalesi cristiani, indù e musulmani – ed essere consapevoli
che la guerra, la violenza e il terrorismo in nome della religione non portano da
nessuna parte e ci conducono alla perdizione”. “La pace prevale solo quando Dio è
dentro ognuno di noi – ha dichiarato all'agenzia AsiaNews Ishu Jung Karki, segretario
nazionale dei cristiani riprendendo le parole del Santo Padre – lo Stato deve solo
impegnarsi per garantire i diritti e la sicurezza delle minoranze religiose”. “Tutte
le religioni devono convivere insieme e i leader devono promuovere e testimoniare
il rispetto reciproco – gli fa eco il presidente della World Hindu Federation, Keshav
Chaulagain – gli indù sono per la pace e per la giustizia, come ha anche sottolineato
il Papa, coloro che commettono atti di violenza in nome della religione non sono indù,
sono banali criminali e il loro scopo è diffamare la loro stessa fede”. Da anni, nel
Paese, le minoranze religiose lottano per la libertà di culto: in Nepal, infatti,
una recente revisione del Codice penale e civile vieta le conversioni a qualsiasi
religione che non sia l’induismo e bolla come proselitismo ogni tentativo di espressione
religiosa che possa intaccare i valori tradizionali. (R.B.)