L’agenzia Habeshia denuncia i rimpatri forzati di profughi eritrei ospitati in
Egitto
L’agenzia Habeshia per la Cooperazione allo sviluppo guidata da don Mussie Zerai lancia
l’allarme su quanto accaduto qualche giorno fa nel campo egiziano di Shelal, dove
sono ospitati diversi profughi eritrei. Alla presenza del personale dell’ambasciata
dell’Eritrea, scrive l’agenzia in un comunicato, i profughi sono stati costretti con
la forza a firmare il proprio rimpatrio, facendolo passare per un rimpatrio volontario.
Molti di loro, inoltre, stando alle testimonianze, sono stati oggetto di pestaggi
da parte dei militari, i quali hanno escluso dalle violenze soltanto le donne. In
particolare si conterebbero 118 feriti bisognosi di cure mediche che sono, invece,
stati abbandonati a se stessi, e ai quali è stato addirittura sequestrato il telefono
cellulare in modo che non potessero chiamare aiuto. Habeshia lancia, dunque, un appello
a tutte le organizzazioni che si battono per i diritti umani e al Parlamento europeo
affinché intervenga e richiami al rispetto dei diritti fondamentali l’Egitto, Paese
amico dell’Occidente e firmatario della Convenzione di Ginevra. (R.B.)