Trichet: realizzare al più presto il pacchetto anticrisi dell'Ue. Polemiche sulle
parole di Berlusconi sull'euro
Fra Fondo Monetario Internazionale, Unione europea e banche centrali ''sono in
corso contatti per approntare un piano di contingenza'' in caso di eventuale contagio
di Italia e Spagna nella crisi”. Per il presidente della Bce Trichet l'accordo Ue
di mercoledi' ''deve essere implementato”. Intanto, continuano a far discutere le
dichiarazioni del premier italiano Silvio Berlusconi che ieri ha definito l’euro “una
moneta strana che non ha convinto nessuno e che è di per sé molto attaccabile”. In
serata Berlusconi ha rettificato, dicendo che sono state sollevate polemiche pretestuose
e che l’Euro è anche la “bandiera” dell’Italia. Alessandro Guarasci ne ha parlato
l’economista Alberto Quadrio Curzio, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei:
R. - L’Euro
è stata una straordinaria innovazione e un elemento fortemente unificante dell’Europa
stessa, come più volte disse il presidente Ciampi. Il fatto che oggi ci siano difficoltà
sotto il profilo dei debiti pubblici europei non ha alcuna rilevanza per mettere in
discussione l’euro. Anzi, bisognerà muoversi oltre per far sì che queste discussioni
abbiano in qualche modo, per la concretezza dei fatti, a cessare.
D.
- Professore, senza l’Euro e con la Lira invece, l’Italia sarebbe stata più soggetta
alla speculazione internazionale?
R. - L’Italia, quando è entrata nell’Euro
ha messo molto in sicurezza le proprie condizioni. Non dobbiamo dimenticare che il
progresso verso l’Euro ha comportato nel nostro Paese un forte calo del tasso di inflazione,
un forte calo dei tassi di interesse e anche una maggiore consapevolezza degli italiani
di essere dentro un’entità comune, cioè l’Europa, e di non poter quindi fruire delle
cosiddette svalutazioni competitive.
D. - Professore, lei ha parlato
delle difficoltà dei bilanci pubblici europei, ma allora - secondo lei - gli Eurobond
potrebbero essere una vera soluzione?
R. - Certamente. Gli Eurobond
dovrebbero adempiere a due scopi: da un lato ritirare una parte dei debiti pubblici
nazionali, mettendoli in sicurezza; da un’altra parte finanziare grandi investimenti
per una crescita sostenibile e più crescita vuol dire più occupazione, più occupazione
vuole dire più sicurezza per le famiglie, per i lavoratori. Tutto ciò darebbe una
grande spinta all’Europa. Io sono fiducioso che ciò accada. Naturalmente la speculazione
internazionale, in questo momento, e anche le disunioni e le incertezze tra i Paesi
europei, stanno creando parecchie difficoltà che non vanno certamente sottovalutate.
(mg)