Sud Sudan: pronte politiche per lo sviluppo contro inflazione e crisi alimentare
Il governo del Sud Sudan sta per varare una serie di misure volte a scongiurare una
crisi alimentare. In pochi mesi, i prezzi degli alimenti hanno subito un’impennata
e l’inflazione è lievitata al 60%. Ad annunciare le misure è il ministro del Commercio,
Garang Diing Akouong, che in una conferenza stampa da Juba ha parlato di calmieramento
dei prezzi dei generi di base come zucchero, frutta e farina, nell’ambito di un più
ampio progetto volto a promuovere l’agricoltura, l’industria e a diversificare l’economia,
dipendente per il 98% dai proventi petroliferi. “In Sud Sudan non abbiamo mai prodotto
abbastanza cibo per sfamarci – ha detto il ministro – e quello che stiamo importando
dalla Comunità dell’Africa Orientale non è sufficiente ad alleviare un’insufficienza
causata da diversi fattori: scarsa produzione, chiusura delle frontiere col Nord e
alti costi di produzione e commercializzazione”. L’aumento dei prezzi nei mesi scorsi
– ricorda l’agenzia Misna – è stato acuito dai rincari del carburante e dalla grave
siccità che ha investito tutto il Corno D’Africa. Nel corso di una recente visita
a Khartoum, ha aggiunto il ministro, “ci hanno detto che non intendono riaprire le
frontiere fino a che i problemi in Sud Kordofan e nel Nilo Blu non saranno risolti”.
Il governo sudanese teme, infatti, che una riapertura dei confini meridionali finisca
col rafforzare le ribellioni delle comunità locali, che hanno combattuto al fianco
degli ex-ribelli nel corso della lunga guerra civile sudanese. In una situazione di
scarsità dei prodotti, che si sta rapidamente deteriorando, il mercato nero – mettono
in allarme gli operatori umanitari presenti in Sud Sudan – sta proliferando, con evidenti
conseguenze negative per l’inflazione e la stabilità della sterlina sud-sudanese.
(A.L.)