Nepal: per la Festa delle luci, giovani indù leggono il messaggio di pace del Papa
I giovani indù, ma anche cristiani e musulmani nepalesi celebrano il Tihar, la festa
delle luci, cantando il messaggio di pace, amore e dialogo, scritto da Benedetto XVI
in occasione della Giornata mondiale della pace. In questi giorni i rappresentanti
di diversi gruppi religiosi hanno diffuso nelle loro comunità il testo del Papa. Essi
hanno anche pregato per la Giornata “pellegrini della verità, pellegrini della pace”
in corso ad Assisi. Fino al 2006 - riferisce l'agenzia AsiaNews - il Papa era figura
quasi sconosciuta in Nepal a causa della forte presenza della cultura indù e del divieto
per i cattolici di fare cerimonie pubbliche. Con la caduta della monarchia e la proclamazione
dello Stato laico i giovani indù e buddisti hanno iniziato a conoscere e a stimare
Benedetto XVI, riconoscendo e diffondendo il valore dei suoi scritti. La festa del
Tihar è celebrata da tutti gli indù ed è conosciuta come Deepavali ossia "fila di
lampade ad olio". Essa si fonda su un’antica mitologia e rappresenta la vittoria della
verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, del bene
sul male. La celebrazione vera e propria dura tre giorni segnando l’inizio di un nuovo
anno, la riconciliazione familiare, specialmente tra fratelli e sorelle, e l’adorazione
a Dio. In Nepal il Tihar è iniziato lo scorso 24 ottobre e si concluderà domani. Govinda
Tondon, esperto di cultura indù sottolinea che il "Tihar è ormai diventata una festa
per tutta la popolazione. Ogni gruppo religioso diffonde il messaggio di pace della
festa ai propri leader”. Per lo studioso, il messaggio del Papa è molto importante
per l’attuale contesto del Nepal e aiuta a portare avanti il lavoro di ricostruzione
del Paese dopo anni di guerra civile. “I nostri politici e leader religiosi – spiega
– hanno molto da imparare dalle sue parole. Una vera rappresentazione di Dio deve
essere una chiamata alla pace per tutte le religioni, che senza pace non possono convivere”.
(R.P.)