Alluvioni in Thailandia: emergenza a Bangkok, popolazione in fuga
E’ ancora emergenza alluvioni in Thailandia, che hanno già causato oltre 370 morti
nelle ultime settimane. Ora a preoccupare maggiormente è la situazione nella capitale,
Bangkok, sulla quale si riverseranno nel week end 1,2 miliardi di metri cubi d'acqua,
il volume di circa 480mila piscine olimpiche. A dichiararlo l'ufficio dell'Onu per
il Coordinamento degli Affari Umanitari. Molti dei 12 milioni di abitanti stanno lasciando
la capitale per non rimanere intrappolati, rispondendo all’appello delle autorità,
che stanno gestendo l’emergenza. Ma non c’è il rischio che il caos faccia più vittime
delle inondazioni stesse? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Stefano Vecchia,
raggiunto a Bangkok:
R. - E’ una
situazione assolutamente anomala, che Bangkok non si è mai trovata ad affrontare e
quindi con tutte le incertezze del caso. Al momento la situazione è relativamente
tranquilla e la gente sta affrontando in modo - tutto sommato - calmo e, forse, anche
distaccato questa gravissima situazione. Una parte della popolazione cerca di allontanarsi,
ma soprattutto si cercano di allontanare le persone più deboli e quindi i bambini
e gli anziani… Molti, però, resteranno qui e si stanno preparando a ricevere l’acqua
nelle prossime ore.
D. - Il secondo aeroporto della città è stato invaso
dalle acque, i treni non funzionano: come è possibile allora evacuare 12 milioni di
persone?
R. - Nei fatti è impossibile, nonostante le autorità abbiano
messo in campo 50 mila militari per gestire la situazione, che riguarderà anche una
situazione di ordine pubblico. Il sistema di trasporto stradale è molto efficiente,
perché buona parte della popolazione di Bangkok è immigrata, anche da province lontane,
e quindi i trasporti sono rapidi, efficienti e molto frequenti. Certamente non sono
preparati - come stanno dimostrando - ad accogliere una massa tale di viaggiatori
per di più con delle strade - soprattutto quelle in uscita da Bangkok - in buona parte
inondate.
D. - Il rischio è che possano saltare anche gli ultimi argini
che proteggono la città, che quindi possa essere invasa completamente dalle acque…
R.
- Sì, questa è la prospettiva che nessuno ormai esclude più. Le stesse autorità sono
convinte che Bangkok vada incontro ad una alluvione molto pesante. Certamente sarà
diversa l’altezza dell’acqua e l’entità dei danni a seconda delle aree. Teniamo presente
che sono due le direttive di avvicinamento e, a questo punto, di penetrazione dell’acqua
verso il centro cittadino: una è questa massa che scende da nord in conseguenza delle
alluvioni e di tre mesi di piogge torrenziali e l’altra è il corso del fiume Chao
Phraya, che si è ingrossato paurosamente e sta portando un’onda di piena dal
centro cittadino. Da ieri in diverse zone, gli argini hanno già rotto.
D.
- L’acqua in bottiglia è ormai introvabile e gli ospedali sono pieni: anche dal punto
di vista sanitario la situazione rischia di precipitare...
R. - Assolutamente
sì. Ci sono molti casi di malattie e patologie legate all’acqua, chiaramente all’acqua
inquinata: la gente, ormai da giorni e in alcune zone da settimane, vive a contatto
con l’acqua. Si teme soprattutto per i bambini: sono centinaia di migliaia quelli
solo nell’area periferica interessata già dalle alluvioni. Le autorità hanno lanciato
l’allarme per l’acqua potabile, perché l’acqua potabile nelle riserve cittadine è
al minimo storico e in alcune zone è già in parte infiltrata da elementi inquinanti.
Questo rischia di diventare veramente un’emergenza, se la situazione dovesse perdurare.
(mg)