Messaggio dei vescovi congolesi in vista delle elezioni
La trasparenza del voto, la sicurezza nel Paese, la salvaguardia delle risorse naturali,
l’assistenza alle vittime di violenze sessuali: sono le quattro raccomandazioni contenute
nel documento intitolato “Arringa per il consolidamento della pace e della democrazia
attraverso un processo elettorale sereno”, pubblicato dalla Conferenza episcopale
della Repubblica Democratica del Congo, in collaborazione con l’Agenzia cattolica
per lo sviluppo oltremare, in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari del
28 novembre. Il processo di democratizzazione – ricorda l’Osservatore Romano - ha
conosciuto un momento determinante con le elezioni del 2006 che hanno dotato la nazione
africana di organismi repubblicani credibili, ponendo fine ad una lunga crisi di legittimità
istituzionale caratterizzata da numerosi episodi di corruzione e da molteplici conflitti
armati. Cinque anni dopo, la Repubblica Democratica del Congo si trova ad affrontare
un nuovo processo elettorale, chiamato stavolta a consolidare la pace e la democrazia.
In questo momento – sottolineano i vescovi – è positivo l’avanzamento delle operazioni
tecniche organizzate dalla Commissione elettorale nazionale indipendente. Ma la campagna
elettorale – aggiungono - sembra svolgersi in un clima di tensione e di violenza che
rischia di produrre nel Paese nuovi conflitti armati. Nelle province orientali operano
anche alcune milizie locali, oltre ai due gruppi stranieri delle cosiddette Forze
democratiche per la liberazione del Ruanda, che fanno leva sullo sfruttamento illegale
delle risorse minerarie naturali, e del sedicente Esercito di Resistenza del Signore.
“Le multinazionali occidentali che comprano questi minerali bagnati di sangue — affermano
i presuli — sono colpevoli tanto quanto coloro che uccidono con le armi”. La militarizzazione
dello sfruttamento delle risorse naturali costituisce la principale causa di insicurezza
nell’est della Repubblica Democratica del Congo. La Chiesa cattolica è da tempo fortemente
impegnata per il ritorno della pace portando un aiuto umanitario d’urgenza, agendo
nei settori della sanità e della scuola, là dove lo Stato non è in grado di intervenire.
A conclusione del loro documento — presentato nei giorni scorsi a Bruxelles dove delegazioni
della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo e dell’Agenzia
cattolica per lo sviluppo oltremare hanno partecipato a un dibattito sul tema — i
vescovi ribadiscono che la posta in gioco consiste essenzialmente nella “costruzione
di un Congo realmente democratico, sereno e portatore, grazie a una politica di buon
governo, di nuove possibilità di sviluppo per il nostro popolo”. (A.L.)