2011-10-25 14:50:19

Thailandia: le alluvioni colpiscono ovunque. Parte di Bangkok sott'acqua


Il governo della Thailandia ha proclamato altri cinque giorni festivi straordinari per 21 province - compresa quella di Bangkok - coinvolte dalle inondazioni che, da fine luglio, hanno già causato in tutto il Paese oltre 360 vittime e miliardi di euro di danni. Nel frattempo, nella parte nord della capitale, le autorità continuano la corsa contro il tempo nel tentativo di far defluire l'enorme massa d'acqua proveniente da Nord; a causa degli allagamenti, chiuso il secondo aeroporto della città, il Don Meuang. Dell’emergenza parla padre Raffaele Manenti, missionario del Pime da circa 25 anni in Thailandia, raggiunto telefonicamente alla periferia nord di Bangkok da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – In questi giorni, coincidono due fenomeni naturali che hanno creato il punto più alto della crisi: le maree, le più alte dell’anno - quest’anno, l’alta marea è stata misurata a due metri e trenta sopra il livello del mare, tenendo conto che Bangkok ha una media di un metro sul livello del mare - e l’arrivo di un’ondata d’acqua dal nord dovuta alla stagione delle piogge. Quest’anno, le alluvioni sono iniziate già due, tre mesi fa nelle province del nord, poi pian piano l’acqua si è raccolta e le dighe non hanno tenuto. Un mese fa, la città di Nakhon Sawan, a circa 350-400 km da qui, ha avuto la prima alluvione: è stata la prima città che ha subito ingenti danni, anche in zone dove non si era mai verificato. Ancora adesso, per esempio, a Nakhon Sawan, quindi a parecchia distanza da Bangkok, in certe zone, per esempio anche nella Cattedrale, nella casa del vescovo, c’è ancora un metro e mezzo d’acqua. Nel frattempo, nelle ultime settimane l’acqua ha proseguito, è scesa ed è arrivata alla vecchia capitale di Ayutthaya. Sono saltate anche le barriere che avevano costruito attorno alle zone industriali. Sono terreni bassi e in genere vengono protetti con dei muri di terra, degli argini, che però quest’anno hanno ceduto, proprio perché l’acqua è a livelli più alti del solito e la pressione è enorme.

D. – Come si sta muovendo la macchina dei soccorsi nei confronti della popolazione?

R. – Mi pare che si stia muovendo bene, nel senso che ci sono centri che accolgono i profughi. Ovviamente, nessuno vuole allontanarsi da casa e, quindi, si resta in zona. Quando non ne possono proprio più allora si recano in questi centri. Purtroppo, anche questi centri sono situati in zone della grande pianura di Bangkok e quindi ora sono allagati. C’è gente, dunque, che ha dovuto cambiare almeno tre posti. Ci sono comunque grandi istituzioni, come università, scuole, istituti pubblici, che hanno ampi spazi e che sono in grado di offrire accoglienza: sono stati attrezzati per questa emergenza e funzionano bene. C’è un grande concorso di volontariato, di offerte di cibo. Addirittura ce n’è anche di più del necessario. Domenica scorsa, sono andato con i giovani della parrocchia al centro di smistamento aiuti e c’era troppa gente, tanto che non riuscivano a smistarla tutta. La risposta è molto generosa. Il problema, da domenica, è che questa ondata d’acqua è arrivata anche in città. Il perimetro della zona di Bangkok, che era stato protetto fino all’ultimo, fa da ostacolo al tempo stesso a quest’acqua che deve defluire verso il mare. Bangkok si trova tra questo fronte d’acqua e il mare. Quindi, il progetto era di far defluire da est ed ovest, lasciando la città in mezzo come un’isola asciutta. Di fatto, però, hanno ceduto alcuni argini e quindi adesso l’acqua sta passando anche per il centro della città. Noi qui, nella parrocchia Nostra Signora della Misericordia di Nonthaburui, siamo ancora all’asciutto. In linea d’aria ci troviamo a 7 km dall’aeroporto Don Meuang, che è stato chiuso. Poco più a nord, per esempio, c’è la casa dei missionari Oblati di Maria Immacolata, che proprio ieri è andata sott’acqua. Hanno un metro e mezzo d’acqua in casa, ma per ora riescono a conservare l’elettricità.

D. – Lei ha parlato della solidarietà da parte dei giovani della sua parrocchia verso chi ha bisogno. Qual è l’impegno della Chiesa locale in queste ore?

R. – La Chiesa locale è una realtà molto piccola ed una goccia in questo mare, ma si fa presente attraverso la Caritas, le parrocchie e le varie iniziative. L’auspicio è che l’acqua passi - perché deve passare - facendo meno danni possibili. (ap)







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