Malaysia: gruppi radicali musulmani manifestano contro i cristiani
Una manifestazione inutile, con motivazioni puramente politiche che servirà solo a
minare l’unità del Paese. Così i leader cristiani malesi hanno commentato l’”Himpunan
Sejuta Umat”, il mega-raduno di un milione di fedeli musulmani organizzato sabato
a Kuala Lumpur da gruppi islamisti contro il presunto proselitismo dei cristiani nel
Paese. La manifestazione ha voluto essere una protesta contro la decisione del Sultano
dello Stato malese di Selangor di non procedere contro una chiesa metodista accusata
lo scorso agosto di avere accolto fedeli musulmani con l’intenzione di convertirli.
“La manifestazione è stata pretestuosa, perché con la decisione del Sultano e del
governo del Selangor il caso è ormai chiuso”, ha dichiarato il reverendo Eu Hong Seng,
presidente del National Evangelical Christian Fellowship. Secondo il pastore evangelico,
si è trattato di una “manovra politica in cui tutti i partiti al governo e dell’opposizione
cercano di dimostrare chi è più musulmano”. Il leader cristiano ha quindi avvertito
che queste manovre rischiano “di accrescere le incomprensioni e le tensioni”, ribadendo
che i cristiani, da parte loro, “restano impegnati per la pace e l’armonia”. Anche
per padre Clarence Devadass, membro del comitato direttivo della Federazione cristiana
della Malaysia, lo spirito che ha animato l’iniziativa è stato puramente settario.
All’agenzia Ucan il sacerdote ha definito come totalmente prive di fondamento le accuse
rivolte ai cristiani di volere sfidare la sovranità della maggioranza islamica. “Questi
gruppi - ha detto - stanno cercando solo di dividere i malesi e usano la religione
per incitare l’odio tra persone di diverse fedi”. I cristiani in Malaysia sono il
9% della popolazione, per i due terzi musulmana sunnita (religione ufficiale del Paese),
mentre il 19% pratica il buddismo; e il 6% induismo. La presenza di correnti integraliste
di pensiero e di giurisprudenza islamica sta riducendo progressivamente gli spazi
alle minoranze per praticare e professare pubblicamente la loro fede. Ne è un esempio
emblematico l’annosa battaglia legale sull’uso del termine “Allah” per i non musulmani.
(A cura di Lisa Zengarini)