2011-10-24 09:10:33

Kenya: leader religiosi vogliono essere parte attiva del processo elettorale per il 2012


Il 2012 sarà un anno cruciale per il Kenya, chiamato alle elezioni generali per la prima volta dopo l’approvazione della nuova Costituzione. In vista di questo importante appuntamento, i leader religiosi del Paese hanno incontrato, a porte chiuse, Kofi Annan, presidente dell’Africa Progress Panel. All’incontro hanno partecipato esponenti cristiani, indù e musulmani; sul tavolo, l’appello dei religiosi al governo affinché permetta anche agli attori non statali e alle comunità religiose di portare avanti la formazione degli elettori, il processo di costruzione della pace e la creazione di un ambiente favorevole a consultazioni pacifiche, libere e giuste. In una dichiarazione rilasciata al termine dell’incontro, i religiosi ribadiscono che la riconciliazione deve essere affrontata nell’arco dei prossimi dodici mesi ed esprimono la loro preoccupazione per i traumi che ancora esistono nel Paese, causati dalle violenze post-elettorali del 2007-2008. “Le profonde divisioni all’interno della popolazione – si legge nel testo – sono il risultato della campagna politica di quattro anni fa e non si sono ancora concluse. Molti kenioti sono ancora feriti. Tener conto questo, è quindi fondamentale porre fine a quegli scontri civili che il Kenya ha vissuto”. Per questo, i leader religiosi chiedono al Paese e alla comunità internazionale di continuare ad insistere affinché si istituisca un meccanismo credibile per cercare candidati che siano coinvolti il meno possibile nelle violenze post-elettorali degli anni scorsi. Dal loro canto, gli esponenti cristiani, indù e musulmani promettono di combinare le loro energie ed i loro sforzi per predicare la pace, favorire l’unità e riconciliare il Paese. Centrale anche l’appello lanciato al Panel affinché esorti i politici ad astenersi da una campagna elettorale basata sull’appartenenza etnica: “I processi politici in Kenya appaiono incentrati sul fulcro dei gruppi tribali. E ciò, oltre a rendere le elezioni delle mere maratone etniche, trasforma anche la sconfitta dei candidati che non verranno eletti in una questione interna alla comunità, piuttosto che in un affare politico”. I partecipanti all’incontro esortano infine la classe dirigenziale ad avere fiducia nella Commissione elettorale e a rafforzare i cittadini, affinché siano in grado di produrre essi stessi ricchezza, in modo da porre fine all’inattività dei giovani, che è stata tra le cause delle violenze del 2007. (A cura di Isabella Piro)







All the contents on this site are copyrighted ©.