Incontro a Roma sul ruolo delle donne nel processo di cambiamento in atto nel Mediterraneo
“Le donne come agenti di cambiamento nel Mediterraneo”: questo il tema del dibattito
organizzato oggi e domani a Roma dal Consiglio d’Europa, su iniziativa della parlamentare
italiana Deborah Bergamini, che siede anche nell’Assemblea parlamentare di Strasburgo
che riunisce 47 Paesi. A seguire il dibattito presso la camera dei Deputati, c’è per
noi Fausta Speranza:
La consapevolezza
di una fase nuova in tutto il Mediterraneo emerge insieme con la convinzione, sottolineata
dal vice segretario generale del Consiglio d’Europa, Maud de Boer Buquicchio:
o sarà una società nuova che riconosce il ruolo delle donne, o non sarà democrazia:
“Il
rispetto dei diritti della donna è rispetto dei diritti umani. Dunque, questa è la
premessa. A partire da questo, quello che secondo me dobbiamo fare, è di accompagnare
queste donne che emergono adesso e che hanno la potenzialità di esprimersi e di fare
capire l’importanza della loro partecipazione e del rispetto dei loro diritti; dobbiamo
accompagnarle perché loro purtroppo non sono abituate …”.
Dell’impegno
concreto, la vice segretario generale dice:
“Il nostro compito è di
capire, ma anche di dare a queste donne gli strumenti per proteggere le donne nei
Paesi che non sono tutti uguali: la situazione è molto diversa dal punto di vista
legislativo. Per esempio, in Tunisia i diritti delle donne sono ben rispettati. C’è
anche, evidentemente, come in Europa, differenza tra ‘de iure’ e ‘de facto’, però
– per esempio – come dicevo, la Tunisia è molto avanzata; in Marocco l’uguaglianza
di genere è stata introdotta nella Costituzione e quindi anche là c’è molto progresso
…”.
Ma c’è anche la rovente situazione in Libia. E per parlare di donne
e diritti è venuta qui a Roma, proprio dalla Libia, l’attivista politica Huda
el AbdelAziz Muhamed:
“We should be honest with ourselves
…”. “Dobbiamo essere oneste”, dice; riconoscere che ci sono motivi di preoccupazione.
Ma sottolinea anche che il primo obiettivo è stato raggiunto:
“You know,
we really achieved our biggest hope, which is freedom: …” “Abbiamo ottenuto
quello che per noi era la speranza più grande: la libertà”, afferma Huda, spiegando
che “ora c’è molto da costruire”: innanzitutto “demilitarizzare il territorio, formare
un esercito in grado di tutelare la sicurezza a livello nazionale. E poi, costruire
un parlamento ed eleggere un presidente”.
Nelle parole di una attivista
politica donna, c’è il percorso di speranza della Libia dalla dittatura alla democrazia.
(gf)