Campagna di solidarietà a sostegno del Centro Dino Ferrari che si occupa di malattie
neuromuscolari
L’Associazione “Amici del Centro Dino Ferrari” organizza una campagna sociale per
raccogliere fondi per sostenere il Centro che si occupa di ricerca clinica e scientifica
nel campo delle malattie neuromuscolari. Fino al 30 ottobre, sarà possibile finanziare
la ricerca inviando da cellulare o rete fissa un sms al 45505. Al dottor Ivan Torrente,
ricercatore di neurologia dell’Università di Milano, che si occupa del progetto, Eliana
Astorri ha chiesto di cosa si occupa il Centro Dino Ferrari:
R. – Il Centro
Dino Ferrari è nato a metà degli Anni Settanta per volontà di Enzo Ferrari – suo figlio
era affetto da una malattia neuromuscolare – per dedicare maggiore attenzione alla
ricerca nel campo delle malattie muscolari e per trovare soluzioni a queste malattie,
che a oggi non hanno cura. Attualmente, nel Centro Dino Ferrari convergono diversi
ricercatori, impegnati su vari fronti: non solo nell’ambito della ricerca di nuovi
trattamenti per le malattie neuromuscolari, ma anche per altri tipi di malattie, come
ad esempio la sclerosi multipla e l’Alzheimer, ma anche nella diagnostica dei pazienti
e nel “follow-up” dei pazienti stessi.
D. – Quindi, malattie neuromuscolari
e neurodegenerative: fra queste, anche la distrofia muscolare di Duchenne?
R.
– Certamente: la distrofia muscolare di Duchenne segna un po’ l’inizio di questa ricerca
che oggi vede un impegno di rilievo, tanto da essere in prima linea per quanto riguarda
la ricerca di nuovi trattamenti che possano aiutare i bambini colpiti da questa malattia.
D.
– In quale progetto verranno investiti in modo specifico i fondi che verranno raccolti
con la vostra campagna?
R. – Il progetto verte soprattutto sull’utilizzazione
di cellule staminali isolate dal muscolo dei bambini affetti da distrofia muscolare
di Duchenne, che inizialmente verranno corrette geneticamente e poi reintrodotte nell’organismo
dei piccoli per via sistemica, cioè tramite un’infusione e dunque sfruttando la circolazione
arteriosa. Lo studio muove i primi passi all’inizio del 2001, quando abbiamo identificato
una popolazione di cellule staminali che aveva potenzialità rigenerative muscolari,
e soprattutto siamo stati in grado di dimostrare – in modelli animali di distrofia
muscolare – la capacità, da parte di queste cellule, di migrare attraverso la circolazione
arteriosa. Da quel momento, vista l’incredibile potenzialità di queste cellule che
sono cellule staminali adulte, quindi cellule isolate nei muscoli dei bambini affetti
da distrofia muscolare di Duchenne, abbiamo cominciato a prendere seriamente in considerazione
le potenzialità di queste cellule per un eventuale trattamento sistemico che possa
migliorare la qualità della vita di questi bambini.