Benedetto XVI proclama Santi mons. Conforti, don Guanella e suor Beatrice Rodriguez
de Castro
Benedetto XVI ha pronunciato durante la solenne Messa in Piazza San Pietro di questa
mattina, Giornata missionaria mondiale, la formula di canonizzazione per tre nuovi
Santi fondatori: il vescovo Guido Maria Conforti, don Luigi Guanella e suor Bonifacia
Rodriguez de Castro. Di seguito il testo integrale dell'omelia pronunciata dal Papa:
La
nostra Liturgia domenicale si arricchisce oggi di diversi motivi di ringraziamento
e di supplica a Dio. Mentre, infatti, celebriamo con tutta la Chiesa la Giornata Missionaria
Mondiale - appuntamento annuale che intende risvegliare lo slancio e l’impegno per
la missione –, rendiamo lode al Signore per tre nuovi Santi: il Vescovo Guido Maria
Conforti, il sacerdote Luigi Guanella e la religiosaBonifacia
Rodríguez de Castro. Con gioia rivolgo il mio saluto a tutti i presenti, in particolare
alle Delegazioni ufficiali e ai numerosi pellegrini venuti per festeggiare questi
tre esemplari discepoli di Cristo. La Parola del Signore, risuonata poc’anzi nel Vangelo,
ci ha ricordato che tutta la Legge divina si riassume nell’amore. L’Evangelista Matteo
racconta che i farisei, dopo che Gesù ebbe risposto ai sadducei chiudendo loro la
bocca, si riunirono per metterlo alla prova (cfr 22,34-35). Uno di questi interlocutori,
un dottore della legge, gli chiese: “Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”
(v. 36). Alla domanda, volutamente insidiosa, Gesù risponde con assoluta semplicità:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta
la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento» (vv. 37-38). In effetti, l’esigenza
principale per ognuno di noi è che Dio sia presente nella nostra vita. Egli deve,
come dice la Scrittura, penetrare tutti gli strati del nostro essere e riempirli completamente:
il cuore deve sapere di Lui e lasciarsi toccare da Lui; e così anche l’anima, le
energie del nostro volere e decidere, come pure l’intelligenza e il pensiero. E’ un
poter dire come san Paolo: “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 1,20).
Subito
dopo, Gesù aggiunge qualcosa che, in verità, non era stato richiesto dal dottore della
legge: «Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso» (v.
39). Dichiarando che il secondo comandamento è simile al primo, Gesù lascia intendere
che la carità verso il prossimo è importante quanto l’amore a Dio. Infatti, il segno
visibile che il cristiano può mostrare per testimoniare al mondo l’amore di Dio è
l’amore ai fratelli. Quanto provvidenziale risulta allora il fatto che proprio oggi
la Chiesa indichi a tutti i suoi membri tre nuovi Santi che si sono lasciati trasformare
dalla carità divina e ad essa hanno improntato l’intera loro esistenza. In diverse
situazioni e con diversi carismi, essi hanno amato il Signore con tutto il cuore e
il prossimo come se stessi «così da diventare modello per tutti i credenti» (1Ts 1,7).
Il Salmo 17, poc’anzi proclamato, invita ad abbandonarsi con fiducia nelle
mani del Signore, che è “fedele al suo consacrato” (v. 51). Questo atteggiamento interiore
ha guidato la vita e il ministero di san Guido Maria Conforti. Fin da quando, ancora
fanciullo, dovette superare l’opposizione del padre per entrare in Seminario, diede
prova di un carattere fermo nel seguire la volontà di Dio, nel corrispondere in tutto
a quella caritas Christi che, nella contemplazione del Crocifisso, lo attraeva a sé.
Egli sentì forte l’urgenza di annunciare questo amore a quanti non ne
avevano ancora ricevuto l’annuncio, e il motto “Caritas Christi urget nos”
(cfr 2Cor 5,14) sintetizza il programma dell’Istituto missionario a cui egli, appena
trentenne, diede vita:una famiglia religiosa posta interamente
a servizio dell’evangelizzazione, sotto il patrocinio del grande apostolo dell’Oriente
san Francesco Saverio. Questo slancio apostolico san Guido Maria fu chiamato a viverlo
nel ministero episcopale prima a Ravenna e poi a Parma: con tutte le forze si dedicò
al bene delle anime a lui affidate, soprattutto di quelle che si erano allontanate
dalla via del Signore. La sua vita fu segnata da numerose prove, anche gravi. Egli
seppe accettare ogni situazione con docilità, accogliendola come indicazione
del cammino tracciato per lui dalla provvidenza divina; in ogni circostanza,
anche nelle sconfitte più mortificanti, seppe riconoscere il disegno di Dio, che lo
guidava ad edificare il suo Regno soprattutto nella rinuncia a sé stesso e nell’accettazione
quotidiana della sua volontà, con un abbandono confidente sempre più pieno. Egli per
primo sperimentò e testimoniò quello che insegnava ai suoi missionari, che cioè la
perfezione consiste nel fare la volontà di Dio,sul modello di Gesù
Crocifisso. San Guido Maria Conforti tenne fisso il suo sguardo interiore sulla
Croce, che dolcemente lo attirava a sé; nel contemplarla egli vedeva spalancarsi l’orizzonte
del mondo intero, scorgeva l’“urgente” desiderio, nascosto nel cuore di ogni uomo,
di ricevere e di accogliere l’annuncio dell’unico amore che salva.
La
testimonianza umana e spirituale di san Luigi Guanella è per tutta la Chiesa un particolare
dono di grazia. Durante la sua esistenza terrena egli ha vissuto con coraggio e determinazione
il Vangelo della Carità, il “grande comandamento” che anche oggi la Parola di Dio
ci ha richiamato. Grazie alla profonda e continua unione con Cristo, nella contemplazione
del suo amore, Don Guanella, guidato dalla Provvidenza divina, è diventato compagno
e maestro, conforto e sollievo dei più poveri e dei più deboli. L’amore di Dio animava
in lui il desiderio del bene per le persone che gli erano affidate, nella concretezza
del vivere quotidiano. Premurosa attenzione poneva al cammino di ognuno, rispettandone
i tempi di crescita e coltivando nel cuore la speranza che ogni essere umano, creato
ad immagine e somiglianza di Dio, gustando la gioia di essere amato da Lui - Padre
di tutti -, può trarre e donare agli altri il meglio di sé. Vogliamo oggi lodare e
ringraziare il Signore perché in san Luigi Guanella ci ha dato un profeta e un apostolo
della carità. Nella sua testimonianza, così carica di umanità e di attenzione agli
ultimi, riconosciamo un segno luminoso della presenza e dell’azione benefica di Dio:
il Dio - come è risuonato nella prima Lettura - che difende il forestiero, la vedova,
l’orfano, il povero che deve dare a pegno il proprio mantello, la sola coperta che
ha per coprirsi di notte (cfr Es 22,20-26). Questo nuovo Santo della carità sia per
tutti, in particolare per i membri delle Congregazioni da lui fondate, modello di
profonda e feconda sintesi tra contemplazione e azione, così come egli stesso l’ha
vissuta e messa in atto. Tutta la sua vicenda umana e spirituale la possiamo sintetizzare
nelle ultime parole che pronunciò sul letto di morte: “in caritate Christi”. E’ l’amore
di Cristo che illumina la vita di ogni uomo, rivelando come nel dono di sé all’altro
non si perde nulla, ma si realizza pienamente la nostra vera felicità. San Luigi Guanella
ci ottenga di crescere nell’amicizia con il Signore per essere nel nostro tempo portatori
della pienezza dell’amore di Dio, per promuovere la vita in ogni sua manifestazione
e condizione, e far sì che la società umana diventi sempre più la famiglia dei figli
di Dio.
En la segunda Lectura hemos escuchado un pasaje de la Primera
Carta a los Tesalonicenses, un texto que usa la metáfora del trabajo manual para describir
la labor evangelizadora y que, en cierto modo, puede aplicarse también a las virtudes
de Santa Bonifacia Rodríguez de Castro. Cuando san Pablo escribe la carta, trabaja
para ganarse el pan; parece evidente por el tono y los ejemplos empleados, que es
en el taller donde él predica y encuentra sus primeros discípulos. Esta misma intuición
movió a Santa Bonifacia, que desde el inicio supo aunar su seguimiento de Jesucristo
con el esmerado trabajo cotidiano. Faenar, como había hecho desde pequeña, no era
sólo un modo para no ser gravosa a nadie, sino que suponía también tener la libertad
para realizar su propia vocación, y le daba al mismo tiempo la posibilidad de atraer
y formar a otras mujeres, que en el obrador pueden encontrar a Dios y escuchar su
llamada amorosa, discerniendo su propio proyecto de vida y capacitándose para llevarlo
a cabo. Así nacen las Siervas de San José, en medio de la humildad y sencillez evangélica,
que en el hogar de Nazaret se presenta como una escuela de vida cristiana. El Apóstol
continúa diciendo en su carta que el amor que tiene a la comunidad es un esfuerzo,
una fatiga, pues supone siempre imitar la entrega de Cristo por los hombres, no esperando
nada ni buscando otra cosa que agradar a Dios. Madre Bonifacia, que se consagra con
ilusión al apostolado y comienza a obtener los primeros frutos de sus afanes, vive
también esta experiencia de abandono, de rechazo precisamente de sus discípulas, y
en ello aprende una nueva dimensión del seguimiento de Cristo: la Cruz. Ella la asume
con el aguante que da la esperanza, ofreciendo su vida por la unidad de la obra nacida
de sus manos. La nueva Santa se nos presenta como un modelo acabado en el que resuena
el trabajo de Dios, un eco que llama a sus hijas, las Siervas de San José, y también
a todos nosotros, a acoger su testimonio con la alegría del Espíritu Santo, sin temer
la contrariedad, difundiendo en todas partes la Buena Noticia del Reino de los cielos.
Nos encomendamos a su intercesión, y pedimos a Dios por todos los trabajadores, sobre
todo por los que desempeñan los oficios más modestos y en ocasiones no suficientemente
valorados, para que, en medio de su quehacer diario, descubran la mano amiga de Dios
y den testimonio de su amor, transformando su cansancio en un canto de alabanza al
Creador.
“Ti amo, Signore, mia forza”. Così, cari fratelli e sorelle,
abbiamo acclamato con il Salmo responsoriale. Di tale amore appassionato per Dio sono
segno eloquente questi tre nuovi Santi. Lasciamoci attrarre dai loro esempi, lasciamoci
guidare dai loro insegnamenti, affinché tutta la nostra esistenza diventi testimonianza
di autentico amore verso Dio e verso il prossimo. Ci ottenga questa grazia
la Vergine Maria, la Regina dei Santi, e anche l’intercessione di san Guido Maria
Conforti, di san Luigi Guanella e di santa Bonifacia Rodríguez de Castro. Amen.