Messaggio per la festa di Deepavali: cristiani e indù insieme per promuovere la libertà
religiosa
“La libertà religiosa è la risposta a quei conflitti che in varie parti del mondo
hanno una motivazione religiosa. In mezzo alla violenza scatenata da questi conflitti,
molti aspirano ardentemente ad una coesistenza pacifica e a uno sviluppo umano integrale”.
E’ quanto si sottolinea nel messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso
in vista della festa indù di “Deepavali”, che quest’anno si celebra il 26 ottobre.
“La libertà religiosa – si legge ancora nel testo a firma del cardinale Jean Louis
Tauran e dell’arcivescovo Pier Luigi Celata, rispettivamente presidente e segretario
del dicastero vaticano – è annoverata tra i diritti umani fondamentali, che si radicano
nella dignità della persona umana”. “Quando essa viene messa a repentaglio o negata,
tutti gli altri diritti umani sono in pericolo”. “Sebbene l’esercizio di questo diritto
comprenda la libertà di ogni persona di professare, praticare e diffondere la propria
religione o fede, sia in pubblico che in privato, individualmente o comunitariamente
– si precisa nel messaggio – esso implica anche un serio obbligo, da parte delle autorità
civili, degli individui e dei gruppi, di rispettare la libertà degli altri”. E questo
comprende, inoltre, “la libertà di cambiare la propria religione”. Quando è rispettata
e promossa, la libertà religiosa consente ai credenti “di collaborare con maggior
entusiasmo, con i propri concittadini, nella costruzione di un ordine sociale giusto
ed umano”. Ma laddove e quando essa viene negata, soppressa o conculcata, “l’affermazione
di una pace autentica e duratura di tutta la famiglia umana” è repressa e vanificata
(Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2011). “Vi sono molti
campi – si ricorda infine nel documento – nei quali si può dare un contributo specifico
al bene comune”. Tra questi, “la difesa della vita e della dignità della famiglia,
la solida educazione della gioventù, l’onestà nel comportamento di ogni giorno, la
preservazione delle risorse naturali, solo per citarne alcuni”. L’esortazione è quindi
quella di unire gli sforzi “per promuovere la libertà religiosa” come una comune responsabilità,
“chiedendo ai capi delle nazioni di non trascurare mai la dimensione religiosa della
persona umana”. Proprio il giorno seguente a quello della festa del “Deepavali”, molti
leaders religiosi da ogni parte del mondo – si ricorda infine nel messaggio – “si
uniranno al Papa Benedetto XVI in un pellegrinaggio ad Assisi”. In quell’occasione
si rinnoverà l’impegno, preso 25 anni fa sotto la guida del Beato Giovanni Paolo II,
“a costruire canali religiosi di pace ed armonia”. (A.L.)