Emergenza alluvioni in Thailandia: anche la Chiesa impegnata nei soccorsi
Dopo mesi di piogge intense, la Thailandia è in piena emergenza. Entro domani, arriverà
alle porte di Bangkok una massa d’acqua di 8 miliardi di metri cubi. Per salvare il
centro economico della capitale e la zona più popolosa, il governo della capitale
ha deciso di usare la zona est per raccogliere e smaltire la piena. Si prevede che
in quest'area l’acqua potrà superare il metro d'altezza. Le autorità della città hanno
avvertito la popolazione della zona di evacuare le loro case e di trasferirsi in zone
più alte. “L’esecutivo ha fatto una scelta, sacrificando alcune aree, sommerse dalle
acque, per salvare il centro di Bangkok”, spiega all'agenzia AsiaNews padre Daniele
Mazza, sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere, da anni in Thailandia e
che mai, prima d’ora, aveva visto “una situazione simile”. Questa decisione ha sollevato
polemiche, ma le calamità naturali – continua il missionario - “hanno spinto la popolazione
ad unirsi e collaborare”, mettendo da parte anni di divisioni “politiche, sociali
e religiose”. Il lavoro a stretto contatto fra l’ex premier Abhisit Vejjajiva e l’attuale
primo ministro Yingluck Shinawatra, ha contribuito a rafforzare “l’amalgama” nella
società. Anche la Chiesa cattolica locale, attraverso la Conferenza episcopale, le
congregazioni di suore e i missionari del Pime contribuiscono a promuovere interventi
di prima necessità. Attività che vanno dalla costruzione di argini per contenere i
fiumi fino al sostegno psicologico per le vittime, dalla distribuzione del cibo all'accoglienza
degli sfollati. (G.C.)