Storie di rifugiati dal Corno d'Africa nel libro "Terre senza promesse". Mons. Vegliò:
la Chiesa non chiude gli occhi
È stato presentato oggi a Roma il libro “Terre senza promesse. Storie di rifugiati
in Italia”, a cura del Centro Astalli. Il volume raccoglie le drammatiche testimonianze
di donne e uomini rifugiati in Italia dal Corno d’Africa, con l’introduzione per ogni
racconto di dieci esponenti della cultura italiana, tra cui Andrea Camilleri, Enzo
Bianchi, Gad Lerner, Giulio Albanese, oltre al nostro direttore generale, padre Federico
Lombardi. Il servizio di Michele Raviart:
Dieci storie.
Dieci testimonianze concrete di chi ha lasciato la propria casa alla ricerca di una
prospettiva di vita negatagli dalla guerra e dalla violenza. C’è chi è stato costretto
dalle milizie di Al-Shabaab a lasciare il proprio cinema di Mogadiscio e a improvvisarsi
terrorista. Chi, eritreo ad Addis Abeba, si è trovato a imbracciare il fucile contro
l’Etiopia che l’aveva cresciuto. Perseguitati, disertori, e soprattutto donne e madri
che portano i loro figli verso un futuro incerto ma probabilmente migliore. Per tutti,
il calvario del deserto libico e delle prigioni di Gheddafi; per tutti l’umiliazione
di essere trattati come merce da chi, a caro prezzo, vende una speranza attraverso
il Mediterraneo. Dieci racconti introdotti da altrettanti nomi noti della cultura
italiana, come ci spiega Chiara Peri, responsabile dell’ufficio
progetti del Centro Astalli:
“E’ un libro – come noi alla Fondazione
Astalli amiamo dire – che non parla di rifugiati ma che fa parlare direttamente loro.
Mentre raccontavamo le storie di questo libro, ci siamo resi conto che queste testimonianze
così forti avevano bisogno di un interlocutore. Per questo abbiamo chiesto a dieci
scrittori italiani di introdurre e commentare le storie che sono raccolte in questo
libro, proprio a simulare quel dialogo che noi vorremmo che fosse più forte e più
efficace, perché siamo davvero convinti che il punto di vista dei rifugiati, le loro
testimonianze possano essere un grande arricchimento per la nostra società”.
“I
rifugiati e i richiedenti asilo non sono statistiche né numeri”, ricorda alla presentazione
del volume mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio
Consiglio per i Migranti, che aggiunge:
“E’ una realtà triste, una realtà
fatta di sofferenza, per cui la Chiesa non può assolutamente dimenticare queste categorie
di persone: rifugiati e migranti. Sono persone che in questo mondo non sono certamente
fortunate. Quindi, è così evidente che noi dobbiamo essere interessati, dobbiamo informarci
di queste cose, dobbiamo cercare soluzioni… Non si può pensare al migrante e al rifugiato
come a un problema che noi possiamo risolvere chiudendo gli occhi o cacciandoli via:
non è questo il modo”.
Dieci storie, quindi, che non terminano ancora
con un lieto fine, ma che aiutano ad comprendere le responsabilità di chi sta accogliendo
persone “in piena dignità e attive nella società”. (gf)