“Braci e spine premono intorno, le candele alzano mura di marmo, sotto le mense muto
splendido cane è la morte”. Sono versi del poeta Andrea Zanzotto, morto ieri all’età
di 90 anni in seguito a problemi cardiaci. Nato a Pieve di Soligo (Treviso) nel 1921
dopo il diploma magistrale si laurea in Lettere, insegna e partecipa alla Seconda
guerra mondiale dalla parte della Resistenza nelle file di Giustizia e Liberta' occupandosi
di stampa e propaganda del movimento. Nel 1950 vince il premio di poesia San Babila:
tra i giurati Ungaretti, Montale e Quasimodo. Pubblica il primo libro nel 1951, “Dietro
il passaggio, Elegia e altri versi”, l’ultimo, “Conglomerati”, nel 2009. Del 1968
è la raccolta, tuttora considerata la fondamentale della sua opera, “La beltà''. Del
1976 è l'incontro con Fellini, con il quale ha collaborato nel film 'Casanova'. Nel
1982 l’Università Ca' Foscari di Venezia gli ha conferito la laurea honoris causa.
Gli anni Ottanta sono quelli in cui Zanzotto comincia a combattere contro la depressione,
che sconfiggerà nel 1987, dopo un miracoloso viaggio a Parigi e la pubblicazione di
“Idioma”. Considerato uno dei massimi poeti italiani del XX secolo, era definito un
poeta d’ispirazione neoclassica. (G.C.)