Thailandia: la Chiesa mobilitata per le popolazioni colpite dalle alluvioni
Mentre continua l'emergenza in Thailandia, dove le peggiori alluvioni degli ultimi
50 anni hanno già causato quasi 300 vittime e danni stimati in 2,3 miliardi di euro,
continua la mobilitazione della Chiesa locale per prestare soccorso e assistenza alle
popolazioni colpite, circa 8,5 milioni di persone. In prima fila la Caritas che sta
lavorando in stretta collaborazione con diverse congregazioni religiose e con i Disac,
i Centri diocesani di azione sociale, in particolare nell’arcidiocesi di Bangkok e
nelle diocesi di Nakhon Sawan e Chiang Mai. “I Disac sono il primo punto di contatto
con le comunità: ci passano le informazioni e noi mandiamo i generi di prima necessità
come l’acqua potabile, sacchi di sabbia, medicine e denaro”, ha riferito all’agenzia
Ucan il segretario generale di Caritas Thailandia, padre Pairat Sriprasert. Le alluvioni
hanno causato ingenti danni materiali anche a chiese e altre strutture appartenenti
alla Chiesa. Nella provincia di Ayutthaya, la più colpita, quasi tutte le scuole
cattoliche sono state travolte dalle acque e in molti casi sarà necessario rinviare
l’inizio dell’anno scolastico. L’arcidiocesi di Bangkok ha messo a disposizione degli
sfollati le strutture non sommerse dalle acque. Così anche la diocesi Nakhon Sawan,
il cui vescovo mons. Phibul Visitnonthachai ha lanciato un appello per raccogliere
fondi per fare fronte all’emergenza. “Attualmente abbiamo abbastanza per aiutare la
gente per un mese”, ha detto il presule. Molte industrie e uffici sono stati allagati
dalle piogge torrenziali. Ma il colpo più duro è quello all’agricoltura e alle risaie,
che rischia di far diminuire la produzione di riso di 6-7 milioni di tonnellate. (L.Z.)