2011-10-18 14:29:25

Sud Sudan: a Juba simposio di rappresentanti di tutte le comunità cattoliche


Gli accordi di pace del 2005 e l’indipendenza, festeggiata nel luglio scorso, hanno lasciato in Sud Sudan “molte questioni irrisolte”, come quelle del petrolio, dei confini, del debito pubblico e dei diritti di cittadinanza. E’ quanto si sottolinea in un documento diffuso al termine del simposio tenutosi nei giorni scorsi a Juba, capitale del nuovo Stato sud sudanese. Violenze e conflitti armati – si legge nel testo ripreso dall’agenzia Misna - continuano a sconvolgere il Paese ma la “maggior parte” del territorio del nuovo Stato è “in pace”. All’incontro, incentrato sul tema “Una chiesa da ogni tribù, lingua e popolo! Dal passato al futuro”, hanno partecipato i rappresentanti di tutte le comunità cattoliche del Sud Sudan. Vescovi, sacerdoti, missionari e delegati delle comunità più remote del territorio sud sudanese hanno partecipato a dibattiti e ascoltato testimonianze. Si è parlato, soprattutto, della crisi umanitaria in Darfur e degli scontri ripresi nel Sud Kordofan e nel Nilo Blu, regioni politicamente legate al Sudan ma segnate da una forte opposizione al governo di Khartoum. Durante il simposio si è presa in esame anche la situazione della Repubblica del Sudan. Ad animare il dibattito sono state, in particolare, le recenti dichiarazioni del presidente sudanese, Omar Hassan al Bashir, su una nuova Costituzione che abbia a fondamento la “sharia”, la legge islamica. “Scelte del genere – sottolinea mons. Santo Loku Pio Doggale, vescovo ausiliario di Juba – penalizzerebbero le comunità cristiane e altre minoranze che hanno sempre vissuto a Khartoum e vogliono continuare a farlo. Il Sudan – conclude il presule - è multiculturale e multireligioso da sempre”. (A.L.)







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