Padre Simone sul convegno di Todi: i cattolici possono fare molto per cambiare la
politica
Per il premier italiano, Silvio Berlusconi, dal convegno di Todi di ieri del Forum
delle Associazioni cattoliche del mondo del lavoro non è arrivata alcuna "spallata"
al governo. Il convegno da titolo “La buona politica per il bene comune” continua
dunque a far discutere. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha aggiunto che non
sta nascendo la nuova Dc, mentre per il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, il Forum
di Todi è “una sveglia suonata alla politica italiana e all'interno del Paese, e quindi
ai due principali partiti”. Alessandro Guarasci ha sentito l’opinione di padre
Michele Simone, vicedirettore de “la Civiltà Cattolica”:
D. - A Todi,
ormai è certo, non è nato un nuovo partito; ma allora le associazioni là presenti,
secondo lei, come possono arrivare a una piattaforma comune che poi si traduca concretamente
anche in elezioni politiche?
R. - Anzitutto, mettendoci non in una prospettiva
religiosa ma in una prospettiva politica, con un programma che unisca i punti fondamentali
e poi ciascuno farà le proprie scelte.
D. - Si è parlato anche di voltare
pagina per quanto riguarda la guida del Paese: secondo lei, serve una svolta in questo
momento per dare nuovo vigore all’Italia?
R. - Questo è un problema
con molti interrogativi. Quello che è necessario è rinnovare la classe politica, che
in molti casi sta da 20-30 anni sempre lì, ferma e si sente l’esigenza di rinnovamento.
D. - Un’esigenza di rinnovamento che, però, parta soprattutto dai vertici?
R.
- Che coinvolga anche loro, certo, ma anche l’opposizione ha gente che da anni è sempre
sulla cresta dell’onda.
D. - Secondo lei, una vera svolta si potrà
avere anche con una nuova legge elettorale?
R. - Bisognerà vedere come
sarà questa nuova legge elettorale e se si farà, perché non è detto che si faccia.
Qualche cambiamento indubitabilmente lo comporterà, a cominciare dalla scelta dei
candidati.
D. - Allora, bisognerà tornare necessariamente alle preferenze,
secondo lei?
R. - Anche alle primarie. Le preferenze sono il minimo
del cambiamento della legge elettorale. D. - Ieri, il cardinale Bagnasco
è tornato a parlare con vigore dei valori non negoziabili: questi sono alla base di
ogni politica?
R. - Questi sono valori in cui ciascun cristiano deve
credere e quindi li deve promuovere e difendere. Naturalmente, in politica le cose
assolute valgano fino ad un certo punto. Si tratta quindi di avere un impegno molto
approfondito su questo punto. E comunque la politica non è soltanto questo, è anche
questo…
D. - Ma in questo momento di crisi, secondo lei, c’è bisogno
di un nuovo apporto dei cattolici?
R. - Il Paese ha bisogno di coesione.
I cattolici molto possono fare in questo senso, tenendo presente naturalmente che
il “mondo cattolico” non esiste più: anche i partecipanti attori, da un punto di vista
politico, al di là dei valori non negoziabili, presentavano delle divisioni. Molti
avevano o hanno fini diversi. (mg)