2011-10-18 14:28:41

Myanmar: l'arcivescovo di Yangon intravede "segnali positivi" da parte del governo


Dopo oltre 50 anni di azioni contro la Chiesa e i cittadini, il governo birmano ha lanciato "segnali positivi", come la recente liberazione di molti prigionieri politici tra cui la Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi. È quanto afferma all'agenzia AsiaNews mons. Charles Bo, arcivescovo di Yangon, a Mumbai, in India per l’incontro con i vescovi dell’Asia. Secondo il presule “sono in corso cambiamenti” che iniziano a dare “effetti” concreti. “Siamo un popolo colmo di speranza - sottolinea l’attuale presidente dell’Ufficio per lo sviluppo umano (Ohd), della Federazione dei vescovi dell’Asia (Fabc) - per oltre mezzo secolo il Paese è stato guidato da un regime militare, che ha confiscato le nostre scuole missionarie, espulso i sacerdoti stranieri e oggi abbiamo a disposizione solo preti locali”. Come minoranza religiosa che raccoglie “solo l’1,3% della popolazione” persistono “restrizioni” e “discriminazioni”. Tuttavia, aggiunge, “vi sono segnali positivi anche all’interno della Chiesa birmana”, fra cui le migliaia di battesimi celebrati lo scorso anno in tutto il Myanmar. Mons. Bo ricorda le parole di Giovanni Paolo II sull’evangelizzazione dell’Asia, "la culla delle principali religioni al mondo" mentre "lo Spirito Santo guiderà la Chiesa nella missione e la Dottrina sociale della Chiesa ne costituirà la linea guida”. L’ultima riflessione dell’arcivescovo riguarda l’India, “la più grande democrazia al mondo, con libertà di espressione, religione e stampa”. Per mons. Charles Bo essa diventa un punto di riferimento “molto importante” perché “in molte nazioni dell’Asia del sud queste libertà sono controllate. L’India, al contrario, diventa fonte d’ispirazione per tutti”. (G.C.)







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