Libano: conclusa la visita pastorale negli Usa del patriarca maronita mons. Rai
In visita pastorale negli Stati Uniti, il patriarca maronita Bechara Boutros Rai non
ha mai omesso, nelle sue differenti tappe – Peoria, Houston, Cleveland, Chicago e
Los Angeles – di affermare che i cristiani in Medio oriente non sono “una minoranza
da salvare” ma sono una parte integrante della Chiesa universale, e sono i pionieri
della battaglia che la Chiesa universale porta avanti per i valori che sono ormai
patrimonio comune dell’umanità: libertà religiosa, libertà d’espressione, rispetto
del pluralismo politico e del processo democratico. “Amerei attirare la vostra attenzione
sul fatto che la presenza dei cristiani in Medio Oriente è essenziale per la Chiesa
e la cultura umana”, ha affermato a Houston. “I cristiani sono parte integrante della
Chiesa universale, del corpo di Cristo. Proseguono la proclamazione del Vangelo della
salvezza nel loro ambiente geografico…il Vangelo della libertà e della dignità della
persona…Noi facciamo appello alla comunità internazionale, e in particolare a quel
grande Paese che sono gli Stati Uniti, a tener presente il ruolo indispensabile che
giocano i cristiani in Medio Oriente e a promuoverlo, e ad agire affinché questa presenza
continui”. Il patriarca aveva reso omaggio al ministro americano dei trasporti, Ray
Lahood, un americano di ascendenza libanese, nato a Peoria. “Ray Lahood è una voce
preziosa per il nostro popolo in seno all’amministrazione Obama; un grande appoggio
per la nostra causa, la causa di un Libano che cerca la pace e la libertà per il nostro
popolo, così che possa restare radicato in quel bel Paese che Giovanni Paolo II ha
definito un messaggio per l’oriente e l’occidente”. In questa stessa logica il patriarca
ha raccomandato agli abitanti di Peoria: “Continuate a registrare i vostri matrimoni
e la nascita dei vostri bambini al consolato libanese. In questo modo resterete legati
a questa terra dei vostri padri e sarete un grande appoggio per i vostri fratelli
e sorelle che vivono sempre in Libano, sapendo anche che il sistema politico libanese
è basato sull’equilibrio confessionale fra cristiani e musulmani”. Nel momento in
cui a Beirut dei cartelloni pubblicitari vantano il vantaggio del fatto di avere delle
“radici”, a Washington, la Fondazione maronita nel mondo, un’organizzazione creata
dal patriarcato maronita e presieduta dall’ex ministro della Cultura, Michel Eddé
lavora per una grande “riforestazione” umana del Libano, grazie alla ripresa di legami
fra gli emigrati cristiani e la madre patria. Ci sono negli Stati uniti circa 215mila
maroniti che hanno la nazionalità libanese, ma in realtà sono molto più numerosi se
si contano i discendenti di seconda e terza generazione. La Fondazione maronita nel
mondo si è data l’obiettivo di ristabilire questo legame, e a questo scopo si è messa
al servizio non solamente dei maroniti, ma di tutti i cristiani delle due Americhe:
greci ortodossi, melchiti, siriaci e armeni. La presenza del patriarca maronita Béchara
Rai gli ha dato l’occasione per moltiplicare i suoi contatti. (R.P.)