America Centrale: almeno 80 morti per le piogge torrenziali
Incessanti piogge si abbattono sull’America Centrale da oltre una settimana. Gli Stati
più colpiti sono Salvador e Guatemala, dove si registra il maggior numero di vittime
a causa, soprattutto, di smottamenti. Secondo un bilancio, ancora provvisorio, i morti
in tutta l'area dell’America Centrale sono almeno 80. Ingenti i danni: diverse strade
sono rimaste bloccate e molte zone sono tuttora isolate. Molte case sono state distrutte
e cresce il numero degli sfollati. Un’emergenza, questa, sempre più grave soprattutto
in Salvador. Le persone evacuate - ha detto il presidente Mauricio Funes – sono più
di 20 mila. Il capo di Stato del Salvador ha aggiunto che lo scenario è “molto complicato”
nelle aree montuose, rese instabili dalle precipitazioni. Situazione estremamente
complessa anche in Guatemala dove sono pesanti, in particolare, le conseguenze per
i contadini che hanno perso i raccolti di mais e fagioli, principale mezzo di sussistenza
nel Paese. Uno Stato – ricorda l’agenzia Misna - in cui oltre la metà dei circa 14
milioni di abitanti vive in condizioni di povertà. Un altro Paese colpito dalle piogge
torrenziali è l’Honduras, dove sono almeno 12 i dipartimenti in cui è alta l’allerta,
inclusa l’area della capitale Tegucigalpa. In Nicaragua, infine, è stata ordinata
l’evacuazione delle popolazioni residenti nell’area del vulcano Casita, già colpita
nel 1998 dal passaggio dell’uragano ‘Mitch’. Considerata dall’Onu una delle regioni
più esposte agli effetti dei cambiamenti climatici, l’America Centrale è stata colpita,
negli ultimi 40 anni, da disastri naturali che hanno provocato oltre 50.000 morti.
A questo dramma si aggiunge la perdita di decine di miliardi di dollari a carico di
economie già estremamente fragili. Secondo la Commissione Economica per l’America
Latina (Cepal), i danni che la regione subirà a causa del riscaldamento globale, da
oggi e fino al 2050, arriveranno a sfiorare il 10% del Prodotto interno lordo regionale.
(A.L.)