“Giornata Mondiale del rifiuto della miseria”: con la crisi, poveri più emarginati
Oggi, 17 ottobre, si celebra la “Giornata Mondiale del rifiuto della miseria”, nata
nel 1987 a Parigi per iniziativa di padre Joseph Wresinski. La giornata, riconosciuta
dall’Onu nel 1992, è ricordata con manifestazioni coordinate dall’associazione Atd
Quart Monde. Davide Maggiore ha chiesto al presidente della sezione italiana,
Claudio Calvaruso, qual è l’impatto della crisi economica attuale sui più poveri:
R. – Al
di là dei problemi materiali di sopravvivenza, al di là dei tagli della spesa sociale
e della scarsa presenza delle istituzioni di supporto e di aiuto ai poveri, non si
riflette abbastanza sul sentimento che provano queste persone povere nel sentirsi
sole ed abbandonate. Questo è un aspetto della crisi molto grave, forse il più grave
degli stessi aspetti economici, perché per i poveri sentirsi parte di una comunità
è un elemento di supporto indispensabile di forza.
D. – Come Atd Quarto
Mondo porta avanti l’ideale di padre Wresinski?
R. – L’aspetto qualificante
e particolare è proprio quello della condivisione e della prossimità. I volontari
permanenti del movimento condividono le stesse condizioni di vita dei più poveri,
sono vicini a loro ed aiutano soprattutto i poveri a riconquistare una loro dignità
di persone per portare avanti autonomamente le proprie battaglie e il rispetto dei
propri diritti.
D. – La Giornata mondiale mobilita cittadini ed autorità
contro la miseria, che è considerata una violazione dei diritti umani. Perché è importante
guardarla in quest’ottica?
R. – Padre Joseph mi diceva: “ma perché ci
sono dei monumenti, delle strade che vengono dedicate a personaggi importanti nella
storia? Io voglio invece riflettere su cosa hanno lasciato i poveri…”. I poveri hanno
qualcosa da dirci, ma non solo: i poveri sono dei potentissimi costruttori di welfare
con la loro semplice esistenza, affrontano problemi difficilissimi e – per esempio
– curandosi in maniera esemplare dei propri figli, danno un contributo alla qualità
complessiva della nostra vita sociale e quindi del nostro benessere. In questo senso
la vecchia immagine del povero inutile che rappresenta un peso per la società viene
completamente capovolta. (mg)