Rapporto Caritas-Fondazione Zancan: in Italia aumenta la povertà
Aumenta la povertà in Italia. Nel 2010, si calcola che i poveri siano arrivati ad
essere 8 milioni 272 mila, mentre nell’anno precedente erano 7 milioni 810 mila. E
dal 2007 al 2010 i nuovi poveri sono cresciuti del 13,8%. Si tratta di persone che
pur avendo casa e lavoro soffrono disagi economici. Fra questi, sempre più famiglie
e giovani. A fotografare la situazione in Italia è il Rapporto su povertà ed esclusione
sociale di Caritas italiana e Fondazione Zancan presentato oggi a Roma. Il servizio
di Debora Donnini.
La povertà
cambia volto: sono sempre più colpite persone con casa e lavoro e un nucleo familiare.
Il fenomeno dei “nuovi poveri”, dunque, aumenta. E, rileva mons. Mariano Crociata
segretario generale della Conferenza episcopale italiana, “un aspetto molto preoccupante
di tale tendenza è che le nuove situazioni di povertà che si affacciano ai Centri
di Ascolto delle Caritas diocesane sono sempre meno legate a storie di persone sole
e sempre più caratterizzate da un coinvolgimento complessivo dell’intero nucleo familiare”.
Tanto che nel periodo 2007-2010 la presenza di povertà familiare nei Centri di ascolto
è cresciuta del 44,8%. Molto colpiti anche i giovani. Secondo il rapporto intitolato
“Poveri di diritti”, il 20% delle persone che vi si rivolgono ha meno di 35 anni.
La povertà fondamentale dei giovani si configura come “mancanza o perdita di futuro”,
afferma mons. Crociata soprattutto in relazione a scuola e lavoro. Preoccupazione
in tal senso è stata espressa anche da mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas
italiana, in particolare per quei due milioni di giovani che non studiano, non lavoro
e non cercano nemmeno un impiego, soprattutto al sud. Ma sono molte le realtà problematiche.
Sentiamo Walter Nanni, responsabile dell’ufficio studi della
Caritas:
“Abbiamo calcolato che in Italia esistono 35 misure di sussidi
ed indennità per il sostegno economico erogati da tanti attori pubblici istituzionali.
Ognuna di queste misure è rivolta a soggetti molto diversi, con bambini o senza, con
anziani, con il lavoro o senza. E’ chiaro, quindi, che c’è una veramente molta confusione.
E’ perciò interessante il fatto che l’80 per cento delle persone che si rivolgono
alla Caritas non chiede soltanto un sussidio economico o un 'pacco viveri', ma chiede
orientamento ed informazioni. Chiede com’è possibile accedere ad un diritto che non
viene conosciuto, come non vengono conosciute le opportunità. In questo senso, le
Caritas stanno svolgendo, di fatto, un lavoro di segretariato sociale ed intermediazione
molto utile, che tuttavia andrebbe progettato insieme agli enti locali ed anche ad
altri soggetti del territorio”.
Il Rapporto rileva anche che la povertà
non è relativa solo a insufficienti risorse economiche ma “esiste tutta una serie
di altre privazioni che peggiorano lo stato di precarietà”. Basti pensare alla casa,
al lavoro, alla famiglia, all’alimentazione, alla salute, all’educazione, alla giustizia.
“Serve un cambiamento di rotta”, è il monito del Rapporto. Pesa la crisi economica
ma si deve investire meglio: bisogna “professionalizzare l’aiuto”.