Libia: don Zerai lancia un appello al Consiglio transitorio per i profughi del
Corno d’Africa
Circa 400 profughi etiopi, eritrei e somali sono scomparsi in Libia da oltre sei mesi.
“Le notizie iniziali – spiega don Mussie Zerai, presidente dell’agenzia Habeshia,
attiva in favore di rifugiati e richiedenti asilo – li davano partenti dal porto di
Zarzis o Tripoli, poi il nulla”. In un comunicato rivolto ai vertici del Consiglio
Nazionale Transitorio (Cnt) che governa la Libia, il religioso afferma che dopo due
settimane dalla scomparsa si sono avute “altre notizie” sul “ritrovamento di cadaveri
crivellati di colpi”. Da allora, tuttavia, non si sono più avute informazioni sul
gruppo, che comprendeva 335 adulti e un numero imprecisato di bambini. “Vogliamo sapere
cosa è realmente successo – spiega padre Zerai nel documento - a quelle persone,
che sono state le prime a tentare di lasciare la Libia in rivolta contro il regime”.
“Le autorità libiche ci aiutino a fare piena luce su questa tragedia, che ha molti
punti oscuri, i responsabili di quel viaggio in mezzo ai fuochi incrociati sono ancora
in Libia liberi”, è l’appello lanciato dal presidente di Habeshia “a nome di tutti
i famigliari” degli scomparsi. Il comunicato, inoltre, si rivolge “a tutti coloro
che possono aiutare a chiarire questa vicenda”, ai media presenti nel Paese africano
perché aiutino “a raccogliere testimonianze”, e anche “agli operatori umanitari presenti
in territorio libico”. (D.M.)