Siate testimoni di speranza e gioia in un mondo dove il male fa più rumore: cosi il
Santo Padre ai nuovi evangelizzatori
"La Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi" nel mondo, anche "se il male
fa più rumore": è quanto ha detto il Papa sabato pomeriggio durante l'incontro in
Vaticano sul tema “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione". Benedetto
XVI ha invitato con forza i cristiani a essere segni di speranza comunicando a tutti
la gioia della fede, anche in mezzo all’indifferenza, all’incomprensione e alla persecuzione.
Il servizio di Cecilia Seppia.
Essere segni
di speranza, testimoniando con gioia la Parola di Dio che risuona viva in ogni momento
della storia, ma anche saper diventare quel chicco di grano che si spezza per dare
origine alla spiga, quel lievito che fermenta la pasta. Così il Papa traccia il ritratto
di quei nuovi evangelizzatori chiamati a trasformare il mondo, a svegliarlo dal sonno
dell’indifferenza, senza scoraggiarsi davanti alle difficoltà. Come ai tempi della
prima comunità cristiana – afferma il Pontefice – l’annuncio della buona novella può
incontrare chiusura e rifiuto, ma nonostante questo "continua a crescere e a diffondersi".
Primo, perché esso non dipende dalla nostra azione, ma da Dio "che nasconde la sua
potenza sotto i segni della debolezza"; secondo, perché "il seme della Parola – come
narra la parabola del Seminatore - cade anche oggi ancora in un terreno buono" capace
di dare frutto; terzo, grazie al coraggio della testimonianza:
"Il
terzo motivo è che l’annuncio del Vangelo è veramente giunto fino ai confini del mondo
e, anche in mezzo a indifferenza, incomprensione e persecuzione, molti continuano
anche oggi, con coraggio, ad aprire il cuore e la mente per accogliere l’invito di
Cristo ad incontrarLo e diventare suoi discepoli".
Tutto questo,
dice ancora Benedetto XVI, se da un lato "porta consolazione e speranza perché mostra
l’incessante fermento missionario che anima la Chiesa, dall’altra deve riempire tutti
di un rinnovato senso di responsabilità" verso la diffusione del Vangelo; anche per
questo – spiega - nasce il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione:
"Il
Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è chiamato ad
offrire un aiuto particolare alla Chiesa nella sua missione soprattutto all’interno
di quei Paesi di antica tradizione cristiana che sembrano diventati indifferenti,
se non addirittura ostili alla Parola di Dio. Il mondo di oggi ha bisogno di persone
che annuncino e testimonino che è Cristo ad insegnarci l’arte di vivere, la strada
della vera felicità, perché è Lui stesso la strada della vita".
Tenere
"lo sguardo fisso su Gesù" – come sottolinea il Pontefice- diventa perciò fondamentale
per adempiere a questo compito: la parola dell’annuncio non può non essere "immersa
in un rapporto intenso con Lui":
"Il mondo di oggi ha bisogno di
persone che parlino a Dio, per poter parlare di Dio. E dobbiamo anche ricordare sempre
che Gesù non ha redento il mondo con belle parole o mezzi vistosi, ma con la sua sofferenza
e la sua morte. La legge del chicco di grano che muore nella terra vale anche oggi;
non possiamo dare vita ad altri, senza dare la nostra vita".
Quindi,
l’auspicio di Benedetto XVI che incoraggia i presenti a "lasciarsi plasmare" dall’azione
dello Spirito Santo e a rispondere alla chiamata di Gesù ad essere suoi discepoli
con la stessa fiducia del profeta Isaia: “Ecco Signore manda me”:
"Siate
segni di speranza, capaci di guardare al futuro con la certezza che proviene dal Signore
Gesù, il quale ha vinto la morte e ci ha donato la vita eterna. Comunicate a tutti
la gioia della fede con l’entusiasmo che proviene dall’essere mossi dallo Spirito
Santo, perché Lui rende nuove tutte le cose".