2011-10-16 15:24:54

Pressioni del G20 sull’Europa per ridurre il debito. Pronto un piano franco-tedesco per ricapitalizzare le banche


L’Europa deve agire per evitare un contagio della crisi del debito alle economie emergenti. È il monito lanciato dai ministri delle Finanze e dai presidenti delle Banche centrali del G20, nel comunicato finale del Vertice che si è chiuso ieri a Parigi. Occhi puntati ora al Consiglio Europeo del 23 ottobre dove sarà messo a punto un piano di riforme sulla governance finanziaria. Sentiamo Marco Guerra:RealAudioMP3

Pressing del G20 sull’Europa per ridurre il debito è il leitmotiv del Vertice di Parigi. L’attesa è tutta rivolta ora al Consiglio Ue del 23 ottobre dove sarà presentato il piano franco-tedesco che prevede il rafforzamento del Fondo europeo salva stati (Efsf), la ricapitalizzazione delle banche e il taglio del debito della Grecia. Intanto, tra le 20 economie più forti del mondo c’è un accordo sulla capitalizzazione degli istituti di credito considerati sistemici a cui sarà chiesto di alzare di 2,5 punti il capitale base attualmente indicato al 7%. Un irrobustimento delle finanze studiato e proposto dal Financial stability forum presieduto da Draghi. Alle banche sarà richiesto anche un aumento della loro partecipazione al salvataggio della Grecia, rinunciando ad una parte dei loro bond ellenici per consentire il default pilotato di Atene. L’obiettivo di queste manovre è evitare che la crisi che continua a flagellare l'Occidente si estenda anche ai Paesi emergenti fino a qui motore della crescita mondiale. Le proposte dei partner europei sono quindi state accolte positivamente dal segretario americano al Tesoro, Tim Geithner, secondo il quale sono arrivati dei segnali incoraggianti. Resta, tuttavia, l’urgenza di arrivare al prossimo G20 di novembre a Cannes con un pacchetto concreto e condiviso di misure per aggredire il debito sovrano.

M.O. : pubblicata la lista dei palestinesi da liberare in cambio di Shalit
Israele e Hamas hanno reso nota la lista di un primo gruppo di 477 prigionieri palestinesi che saranno liberati martedì prossimo in cambio del soldato israeliano Gilad Shalit, detenuto nella Striscia di Gaza dal 2006. In questo primo elenco compaiono anche 27 donne e i nomi di Ahlam Tamimi, accusato di essere complice di un attentato suicida a Gerusalemme, e Amneh Muna, che progettò l'omicidio di un 16enne israeliano nel 2001. Un secondo gruppo di 550 palestinesi dovrebbe essere liberato entro due mesi. In tutto la lista israeliana dello scambio comprende 1.027 prigionieri. I dossier di ciascun detenuto sono stati trasmessi al presidente Shimon Peres, al quale compete il potere di condono della pena. Peres firmerà quindi i condoni, aggiungendo la frase “non perdono e non dimentico”.

Siria –Lega Araba
Non si arresta la repressione delle proteste antigovernative in Siria. Ieri altre due persone hanno perso la vita a causa degli scontri con le Forze dell’ordine che hanno accompagnato i funerali di Ibrahim Shbayan, un bambino di dieci anni morto nelle manifestazioni del 33.mo venerdì di protesta. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nella giornata di ieri è stato ucciso anche un attivista di spicco della protesta nell'est del Paese, Ziad al-Obeidi, che aveva contribuito all'organizzazione di dimostrazioni pacifiche. E alla luce del deterioramento della situazione, oggi si sono riuniti i ministri degli Esteri della Lega Araba, che, secondo diverse indiscrezioni, potrebbero anche decidere la sospensione della Siria dall’organismo.

Arabia Saudita-Iran-Onu
Resta alta la tensione tra Arabia Saudita e Iran, dopo il presunto complotto addebitato dagli Usa a Teheran al fine di uccidere l'ambasciatore di Riad a Washington. Ieri il Paese arabo ha chiesto al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, di riferire al Consiglio di Sicurezza in merito a questa vicenda. “Il complotto costituisce una violazione flagrante delle leggi internazionali e delle convenzioni internazionali”, si legge in un comunicato della delegazione saudita all'Onu. “Non hanno bisogno di commettere assassini”, questo “è il vostro lavoro”, ha risposto stamani il presidente iraniano Ahmadinejad, rivolgendosi agli Stati Uniti.

Yemen
Violenza senza fine anche nello Yemen. Le forze fedeli al presidente yemenita Ali Abdallah Saleh hanno di nuovo aperto il fuoco su un corteo di manifestanti anti-governativi provocando quattro morti ed diversi feriti. In un’analoga manifestazione ieri avevano perso la vita 12 persone.

Libia
In Libia prosegue la battaglia a Sirte tra le milizie pro-Gheddafi e le forze del Consiglio Nazionale di Transizione. Quest’ultime ieri hanno dovuto arretrare le loro posizioni incalzate da colpi di artiglieria e dai razzi lanciati dai lealisti. Ieri ministro della Difesa italiano La Russa ha detto che la missione Nato potrà considerarsi conclusa solo dopo la presa di Sirte.

Esercito Kenya contro gli shebab somali
L'esercito del Kenya è entrato in territorio somalo per condurre un’operazione contro gli islamisti armati sospettati di rapimento di cittadini stranieri sul suolo kenyano. Lo ha annunciato un portavoce del governo kenyano, Alfred Matua. “Siamo penetrati in Somalia per perseguire gli shebab che riteniamo responsabili di sequestri e di attacchi nel nostro Paese”, ha dichiarato Matua.

Francia
Oltre 9000 seggi aperti oggi in Francia per il ballottaggio delle primarie del partito socialista che designeranno lo sfidante di Nicolas Sarkozy alle presidenziali in programma la prossima primavera. A sfidarsi sono il 57.enne ex segretario del partito Francois Hollande, che gode dell’appoggio degli altri quattro candidati eliminati al primo turno, e l’attuale leader dei socialisti, Martine Aubry. Per la prima volta il partito ha aperto l’elezione anche ai non iscritti a cui sarà tuttavia richiesto di sottoscrivere una carta di adesione ai “valori della sinistra e della Repubblica”. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 289







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