Il debito europeo e il rafforzamento del Fmi sul tavolo del G20
È in corso a Parigi la seconda giornata di lavori dei ministri della Finanza e dei
governatori delle banche centrali del G20. Al centro dei colloqui, la crisi del debito
sovrano dei Paesi dell’Eurozona e il ruolo del Fondo monetario internazionale. Marco
Guerra:
Maggiori
risorse e nuovo ruolo per il Fmi per soccorrere il debito sovrano Ue. Su questa ipotesi
hanno discusso e sono spaccati ieri i rappresentanti del G20. Contrarie le economie
avanzate Usa, Giappone, Australia e Canada, con l’appoggio della Germania. Favoreli,
in cambio di un maggior peso istituzionale, Paesi emergenti come Brasile, India, Cina,
Sud Africa. Dal canto loro, gli Europei hanno spiegato ai loro partner quanto stanno
facendo per arginare la crisi del debito. Un'azione che si concretizzerà nel vertice
Ue del 23 ottobre, in occasione del quale l’asse franco tedesco presenterà un pacchetto
che prevede ricapitalizzazione delle banche, massimizzazione del fondo Fondo europeo
salva stati (Efsf) e il taglio del debito della Grecia. Nel corso dei lavori odierni,
è prevista anche una sessione dedicata alle regole della finanza proposte Financial
Stability Board (Fsb) presieduto da Mario Draghi. Il prossimo presidente della Bce
presenterà la bozza della lista di una decina di banche sistemiche a livello mondiale
(G-sifis) alle quali è richiesto maggiore capitale. La pubblicazione della lista è
attesa da diversi istituti bancari europei che temono effetti recessivi da regole
piu' stringenti. Draghi ha intanto commentato con i giornalisti le manifestazioni
degli Indignados, riconoscendo ai giovani buone ragioni a prendersela con la finanza.
Siria,
proteste È di almeno 11 morti, fra cui tre bambini, il bilancio delle vittime
del 33.mo venerdì di proteste consecutivo in Siria, fornito dai comitati d’opposizione.
I media ufficiali smentiscono ancora una volta e l'agenzia ufficiale Sana ha riferito
solo dell'uccisione di un soldato in un attacco terroristico. Questo venerdì era stato
dedicato ai ''Liberi dell'esercito'', in riferimento ai sempre più numerosi militari
disertori. Negli ultimi giorni si sono, infatti, verificati intensi scontri senza
precedenti tra forze lealiste e soldati che si sono uniti ai manifestanti in tre diverse
zone del Paese.
Libia combattimenti a Sirte e Tripoli In Libia ancora
si combatte tra le forze del nuovo governo e fedelissimi di Gheddafi a Sirte, che
risulta ancora saldamente nelle mani di quest’ultimi, e nel quartiere Abu Salim di
Tripoli. Negli scontri di ieri nella capitale hanno perso la vita tre persone, un
combattente del Cnt e due uomini di Gheddafi. Secondo il Consiglio nazionale di transizione,
il colonnello sarebbe ora nel deserto del sud della Libia e la sua cattura sarebbe
vicina.
Yemen, manifestazioni La polizia yemenita è tornata a sparare
nella capitale Sanaa sui manifestanti che da 10 mesi chiedono le dimissioni del presidente
Saleh. Secondo fonti mediche, sono almeno 12 le persone rimaste uccise e decine i
feriti. Gli incidenti sono avvenuti durante una manifestazione alla quale partecipavano
circa 15.000 oppositori che tentavano di raggiungere la centrale Piazza del cambiamento.
Yemen
terrorismo Nello Yemen è stato inferto ancora un duro colpo ad Al Qaeda. Il
responsabile dei rapporti con i media della cellula yemenita della rete terroristica,
Ibrahim Al Banna, e altri 23 miliziani sono stati uccisi in tre raid aerei ad Azzan,
nel Sud dello Yemen. Tra le vittime dei raid, c'è anche il figlio dell'imam Al Awlaki,
il leader di Al Qaeda in Yemen ucciso recentemente in un analogo attacco americano.
Italia
– Politica Resta acceso il dibattito politico italiano all’indomani del voto
parlamentare che ha confermato la fiducia nel governo Berlusconi. L’esecutivo ha intanto
approvato il ddl stabilità ma l’opposizione parla di maggioranza al capo-linea. Per
un commento sull’esito del voto di ieri, Cecilia Seppia ha sentito Antonio
Maria Baggio docente di etica politica all’Università Sophia di Loppiano, promossa
dal Movimento dei Focolari:
R. – La sostanza
del nostro problema, per quanto riguarda la politica in Italia, è governare, non è
il fatto che la maggioranza di governo sopravviva, avendo alle spalle passaggi di
deputati quanto meno dubbi. La notizia che noi vorremmo sentire è che il governo governi,
perché le preoccupazioni del presidente della Repubblica vanno proprio in questo senso.
D.
– L’opposizione aveva deciso di non partecipare alla prima chiamata, tentando di non
far raggiungere il numero legale, ovvero 315, per la votazione, strategia che però
è stata fatta saltare da cinque deputati radicali e da due dell’Svp che sono comunque
entrati in aula. Si può dire che c’è una spaccatura anche in seno all’opposizione?
R.
– Sì, certamente, però questo è soltanto un sintomo, non è la spaccatura più grande.
Anche questa situazione di frammentazione, di scarsa convinzione che dà all’elettorato
preoccupa e lascia senza alternative. Teniamo conto che l’opposizione continua a ripetere
con costanza da anni che il presidente del Consiglio si deve dimettere, ma il presidente
finché ha una maggioranza non può fare questo passo ed è assurdo chiederlo.
D.
– La maggioranza barcolla, l’opposizione chiede le dimissioni del premier e forse
si perde di vista l’obiettivo, che è quello di trainare l’Italia fuori da questa crisi...
R.
– Quello che manca è veramente una volontà politica. Noi abbiamo bisogno adesso di
provvedimenti urgenti, che siano in favore della crescita. Ci sono cose che si possono
fare in maniera condivisa per il bene del Paese e fare una legge elettorale, in modo
che si possa andare a votare scegliendo i propri rappresentanti e non essendo sudditi
dell'attuale sistema elettorale. Nel frattempo, quello che si può fare è sviluppare
un dibattito vero, chiamare in causa i partiti, stanarli nelle loro posizioni, porre
i problemi. Questo lo può fare soltanto una società civile attenta. (ap)
Russia,
orfanotrofio lager Orrore in Russia, dove è stato scoperto un orfanotrofio-lager,
con una trentina di bambini morti in gran parte per denutrizione o soffocamento da
cibo. L'istituto si trova a Miski, nella regione siberiana di Kemerovo, dove sono
ricoverati 400 bambini con malattie congenite che impediscono loro di muoversi e/o
di mangiare. Negli ultimi due anni e mezzo si erano già verificati 27 decessi. La
procura ha aperto un'inchiesta.
Nuova Zelanda In Nuova Zelanda nuovo
piano per svuotare il petrolio dalla portacontainer che una decina di giorni fa si
è incagliata sulla Barriera Corallina. Si cerca di trasferire il greggio su una chiatta
prima che l’imbarcazione affondi del tutto. Fino ad ora sono finite in mare circa
700 tonnellate di petrolio, mentre sulla costa è stata avviata una massiccia operazione
di pulizia delle spiagge. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 288