Sempre più drammatica la situazione degli ostaggi africani nel Sinai
“La gravissima situazione dei profughi nel Sinai non conosce fine. Nel mese scorso,
sono state torturati a morte quattro persone. Sono a rischio 41 persone tra cui sette
donne. Una di queste ultime è in stato di gravidanza. In un altro gruppo ci sono altri
44 persone tra cui 11 donne e 32 maschi, di cui tre minorenni”. Lo denuncia don Mussie
Zerai, presidente dell'Agenzia Habeshia, che ricorda ancora una volta la disperazione
degli eritrei, etiopi e somali ostaggio dei trafficanti in Egitto. Lo chiamano in
continuazione al telefono, chiedono aiuto, raccontano la loro drammatica esperienza.
Alcuni sono vittime di torture con scariche elettriche. Frequenti i casi di abusi
sessuali sulle donne. “Sono centinaia – afferma don Zerai le cui parole sono state
riprese dall'agenzia Sir - gli altri profughi in condizioni simili nel Sinai. Non
sappiamo quante persone hanno perso la vita per mano dei trafficanti, perché non hanno
i soldi per pagare il riscatto preteso dai predoni”. “Molti mi hanno riferito che
hanno già pagato fino a 15 mila dollari, circa 17 persone hanno già versato una media
di 25 mila dollari, sono stati rilasciati in territorio israeliano”. Don Zerai denuncia
“l'inerzia degli Stati”, che permette a “criminali di arricchirsi, un giro di affari
milionario. Perché l'Onu e l’Ue non si impegnano a fondo per stroncare questo traffico
di esseri umani? Esistono Convenzioni per la lotta contro la tratta di esseri umani.
Non mancano gli strumenti, ma la volontà politica”. (A.L.)