2011-10-14 14:11:31

Il Papa ai prefetti d'Italia: la funzione pubblica va esercitata con dignità e nell'attenzione ai più deboli


Grande dignità e vivo senso di responsabilità: questo richiede l’esercizio della funzione pubblica secondo le parole del Papa nell’incontro con i prefetti d’Italia guidati dal ministro degli Interni Roberto Maroni. Benedetto XVI chiede che la pubblica amministrazione sia sempre “al servizio dei cittadini” e che in questa fase di incertezza economica prevalgano “senso del dovere e prudenza” con una particolare attenzione alle categorie più deboli. Il servizio di Fausta Speranza.RealAudioMP3

“Delicato ruolo istituzionale”: così il Papa definisce l’impegno delle Prefetture. Con riferimento alle “presenti circostanze di incertezza sociale ed economica” riconosce che l’impegno si fa “ancora più complesso e più gravoso”. Da qui parole forti di incoraggiamento:

“Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà e alle incomprensioni, ma siate sempre pronti a trattare le questioni a voi affidate con grande senso del dovere e con prudenza, non venendo mai meno all’ossequio alla verità e al coraggio della difesa dei beni supremi”.

Cita Sant’Ambrogio, chiamato all’Episcopato dopo “una brillante carriera di funzionario pubblico”: era solito sottolineare che “l’istituzione del potere civile deriva così bene da Dio che colui che lo esercita è pure ministro di Dio”. Dunque – dice Benedetto XVI – la funzione civile assume “un carattere quasi ‘sacro’”. Pertanto – afferma il Papa - “essa richiede di venire esercitata con grande dignità e con vivo senso di responsabilità”. Il Papa chiede ai prefetti di “unire autorevolezza e professionalità soprattutto – aggiunge - nei momenti di tensione e di contrasti”. E poi Benedetto XVI sottolinea l’obiettivo ultimo di tutti i discorsi intorno a funzione pubblica e amministrazione: essere – dice - “al servizio della giustizia, della pace, della libertà e del bene comune”:

“Al riguardo, non dimenticate che la pubblica amministrazione, a qualsiasi livello, quale strumento dello Stato, ha come finalità quella di servire i cittadini….”

Parla più volte in modo esplicito di cittadini e di servizio:

“Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione non va concepito come qualcosa di impersonale o burocratico, bensì come un aiuto premuroso per i cittadini, esercitato con spirito di servizio”.

Per quanto riguarda l’impegno dei prefetti lo definisce anche “un presidio per le categorie più deboli”. Dunque disponibilità al servizio è espressione chiave. Anche nell’immaginario dell’opinione pubblica, sembra dire il Papa quando afferma che “la figura del prefetto è sempre più percepita dall’opinione pubblica come punto di riferimento territoriale per la soluzione dei problemi sociali e come istanza di mediazione e di garanzia dei servizi pubblici essenziali”. Si parla dei bisogni profondi della popolazione e questo è uno dei punti di incontro tra prefetture e Chiesa, tra istituzioni locali e diocesi. Un incontro fatto – spiega il Papa – da rapporti di stretta vicinanza e di proficua cooperazione”, da una “mutua intesa” che il Papa incoraggia “nell’interesse dei cittadini e del bene comune”. Benedetto XVI ricorda quanto la Chiesa sia “ben radicata ed operante, in modo capillare, nel territorio italiano”. E ricorda che ricorrono i 150 anni dell’unità d’Italia. Un territorio dove – dice – sono innumerevoli le testimonianze della presenza del Cristianesimo”:

“Ovunque, infatti, si possono osservare le tracce che la fede cristiana ha impresso nel costume del popolo italiano, dando vita a nobili e radicate tradizioni religiose e culturali e a un patrimonio artistico unico al mondo".

“Rispettosa delle legittime autonomie e competenze la comunità ecclesiale considera suo preciso mandato rivolgersi all’uomo in ogni contesto”.







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