2011-10-13 14:12:04

Il marito di Asia Bibi nega episodi di “torture”. Il Ministro delle minoranze assicura più protezione


“Non ho notizie di torture o maltrattamenti. L’ho incontrata in settimana: è molto debole, ma continua a sperare e pregare, perché un giorno possa tornare fra noi”. È quanto afferma ad AsiaNews Ashiq Masih, marito di Asia Bibi, 45enne cristiana e madre di cinque figli, condannata a morte per blasfemia e in carcere in attesa del processo di appello. Nei giorni scorsi alcuni giornali pakistani avevano denunciato un presunto caso di “tortura” ai danni della donna, perpetrato da una delle guardie carcerarie. Le autorità del carcere di Sheikhupura, nella provincia del Punjab, dove è rinchiusa in una cella di isolamento, negano episodi di violenza ai danni della detenuta. Anche il marito, che l’ha incontrata di persona l’11 ottobre scorso e le ha parlato per più di 90 minuti, conferma che “non mi ha riferito di torture, né presentava segni riconducibili a maltrattamenti”. Pur negando le torture, Ashiq Masih racconta di una donna “fragile” e segnata nel profondo dal tempo trascorso nel carcere femminile. Nelle ultime settimane, con la condanna a morte di Mumtaz Qadri, l’assassino del governatore del Punjab Salman Taseer che aveva difeso in pubblico Asia Bibi, i timori per la vita della donna sono aumentati. È alto il pericolo che possa essere uccisa da un estremista infiltrato nella prigione o da una detenuta. Intanto la famiglia vive il dramma quotidiano della separazione; sono i figli, uno dei quali con problemi psichici, a soffrire per la mancanza della loro madre. “Non passa un solo giorno – sottolinea il marito ad AsiaNews – in cui i bambini non piangono per la sorte della loro madre”. Egli conferma che “le minacce di morte sono aumentate” e resta la taglia di qualche migliaia di dollari sulla sua testa, annunciata mesi fa da un leader estremista islamico. “I bambini – conclude Ashiq Masih – pregano e digiunano per la salvezza della loro madre”. Dal canto suo il Ministero federale per l’Armonia interreligiosa – con delega per le minoranze religiose – ha “messo in campo tutti i controlli del caso e disposto una indagine interna” per tutelare la vita e le condizioni di Asia Bibi all’indomani delle notizie di stampa su presunti maltrattamenti ai danni della donna cristiana. Come riferito all'agenzia Fides, l’avvocato di Asia Bibi, S. K Chaudry – la cui opera è garantita dalla “Masihi Foundation” – andrà a visitarla in carcere sabato prossimo. Haroon Barkat Masih, direttore della “Masihi Foundation”, afferma che: “i cristiani in Pakistan, e in tutto il mondo, guardano ad Asia con affetto e attenzione, e continuano a pregare per lei. Seguiamo la sua storia con angoscia e con speranza, perché è una innocente rinchiusa in carcere ingiustamente. Chiediamo al governo di garantirle massima protezione, salute e benessere, nella sua vita fra le mura della prigione che speriamo possa finire presto. Confidiamo nella giustizia suprema che possa restituirle la agognata libertà”. (R.P.)







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