Il marito di Asia Bibi nega episodi di “torture”. Il Ministro delle minoranze assicura
più protezione
“Non ho notizie di torture o maltrattamenti. L’ho incontrata in settimana: è molto
debole, ma continua a sperare e pregare, perché un giorno possa tornare fra noi”.
È quanto afferma ad AsiaNews Ashiq Masih, marito di Asia Bibi, 45enne cristiana e
madre di cinque figli, condannata a morte per blasfemia e in carcere in attesa del
processo di appello. Nei giorni scorsi alcuni giornali pakistani avevano denunciato
un presunto caso di “tortura” ai danni della donna, perpetrato da una delle guardie
carcerarie. Le autorità del carcere di Sheikhupura, nella provincia del Punjab, dove
è rinchiusa in una cella di isolamento, negano episodi di violenza ai danni della
detenuta. Anche il marito, che l’ha incontrata di persona l’11 ottobre scorso e le
ha parlato per più di 90 minuti, conferma che “non mi ha riferito di torture, né presentava
segni riconducibili a maltrattamenti”. Pur negando le torture, Ashiq Masih racconta
di una donna “fragile” e segnata nel profondo dal tempo trascorso nel carcere femminile.
Nelle ultime settimane, con la condanna a morte di Mumtaz Qadri, l’assassino del governatore
del Punjab Salman Taseer che aveva difeso in pubblico Asia Bibi, i timori per la vita
della donna sono aumentati. È alto il pericolo che possa essere uccisa da un estremista
infiltrato nella prigione o da una detenuta. Intanto la famiglia vive il dramma quotidiano
della separazione; sono i figli, uno dei quali con problemi psichici, a soffrire per
la mancanza della loro madre. “Non passa un solo giorno – sottolinea il marito ad
AsiaNews – in cui i bambini non piangono per la sorte della loro madre”. Egli conferma
che “le minacce di morte sono aumentate” e resta la taglia di qualche migliaia di
dollari sulla sua testa, annunciata mesi fa da un leader estremista islamico. “I bambini
– conclude Ashiq Masih – pregano e digiunano per la salvezza della loro madre”. Dal
canto suo il Ministero federale per l’Armonia interreligiosa – con delega per le minoranze
religiose – ha “messo in campo tutti i controlli del caso e disposto una indagine
interna” per tutelare la vita e le condizioni di Asia Bibi all’indomani delle notizie
di stampa su presunti maltrattamenti ai danni della donna cristiana. Come riferito
all'agenzia Fides, l’avvocato di Asia Bibi, S. K Chaudry – la cui opera è garantita
dalla “Masihi Foundation” – andrà a visitarla in carcere sabato prossimo. Haroon Barkat
Masih, direttore della “Masihi Foundation”, afferma che: “i cristiani in Pakistan,
e in tutto il mondo, guardano ad Asia con affetto e attenzione, e continuano a pregare
per lei. Seguiamo la sua storia con angoscia e con speranza, perché è una innocente
rinchiusa in carcere ingiustamente. Chiediamo al governo di garantirle massima protezione,
salute e benessere, nella sua vita fra le mura della prigione che speriamo possa finire
presto. Confidiamo nella giustizia suprema che possa restituirle la agognata libertà”.
(R.P.)