II Festival di musica e arte sacra compie dieci anni
Il Festival di musica e arte sacra, tradizionale e prestigioso appuntamento autunnale
romano, compie 10 anni e li festeggia con un programma dedicato alla Vergine Maria,
ricco di rarità e ospiti internazionali. Dal 26 ottobre al 6 novembre nelle Basiliche
patriarcali romane e a Sant’Ignazio in Campo Marzio si alterneranno quattro cori,
altrettante orchestre, sette direttori e ben venti solisti nelle più intense pagine
musicali sacre. Ospiti in residence i "Wiener Philharmoniker" insieme alle novità
con la Filarmonica di Montecarlo e la collaborazione col teatro dell’Opera capitolino.
Il servizio di Gabriella Ceraso:
E’ un cammino
iniziato nel 2002, quello del Festival, e che ha conservato la sua unicità: riportare
la musica sacra laddove è stata concepita, cioè nei luoghi di culto, e salvaguardare
questi grazie a preziosi restauri – 13, finora – ad opera della Fondazione che promuove
il Festival e che quest’anno restituirà allo splendore del secondo secolo dopo Cristo
il Mausoleo “dei Marci” nella necropoli vaticana. L’obiettivo di questo lavoro, nelle
parole del presidente della Fondazione, Hans Albert Courtial:
“Il
connubio tra musica e arte sacra dev’essere un motivo per cui quando la gente all’interno
della Basilica, sente questa bella musica e vede la bellezza dell’arte, sente che
il suo cuore, i suoi sentimenti si muovono verso Dio”.
“Viviamo in un’epoca
di tante brutture, e avere un’oasi di bellezza musicale e artistica, come lo è il
Festival, è un dono da fare all’umanità”: così, il cardinale Angelo Comastri,
arciprete della Basilica papale di San Pietro, presentando il titolo e il significato
del Festival di quest’anno:
“Questo Festival è dedicato alla Madonna.
Sono passati 1580 anni dal Concilio di Efeso, un Concilio nel quale venne riaffermata
la dottrina cattolica che riconosce un ruolo straordinario a Maria nella storia della
salvezza. Ed è molto bello sottolineare che Dio, nel mondo, si muove bussando alla
porta della libertà umana. La porta di Maria si è spalancata, ma quante porte alle
quali bussa Dio, restano chiuse? Ecco perché il mondo è così complicato, così contorto
…”.
Il programma è di tutto rilievo: sei concerti incorniciati da due
Messe nella Basilica di San Pietro, quella iniziale dell’“Incoronazione”, di Mozart,
il 26 ottobre, e quella finale, la “Missa Tira Corda”, di Orazio Benevoli, per 16
voci: una rarità del Barocco che prevede la dislocazione di ben quattro cori nello
spazio basilicale e quattro organi portativi. Ad animarla, le straordinarie voci bianche
del Tölzer Knabenchor, presenti anche il giorno dopo – il 6 novembre – in Sant’Ignazio
di Loyola, con un programma tutto spirituale, bachiano. Ancora il cardinale Comastri:
“Riportare
in uso, riportare al godimento spirituale questo patrimonio artistico credo che sia
un atto culturale, religioso ed educativo di grande spessore”.
Confermata
la presenza dell’orchestra in residence, che ha reso prestigioso il Festival: sono
i "Wiener Philarmoniker" a San Paolo fuori le Mura, il 27 ottobre, diretti da Georges
Prêtre nella “Settima Sinfonia” di Bruckner, una luce particolare su questo Festival,
come sottolinea mons. Pablo Colino, direttore artistico:
“Bruckner
è un autore eminentemente religioso. Tutta la sua musica è non direi solo ‘ispirata’,
ma lui compone in presenza di Dio. Questa Sinfonia è proprio come sentire meditazioni
e ti lasci trasportare fino a Dio”.
Tra le novità di quest’anno, anche
la prima dell’Orchestra filarmonica di Montecarlo, che porterà a Roma la talentuosa
violinista Julia Fischer. E poi, la prima collaborazione con il Teatro dell’Opera
di Roma, protagonista sempre la musica sacra in pagine più o meno note: è una nuova
forma di apostolato, sottolinea mons. Pablo Colino:
“La vera musica
sacra è quella che ti fa sospettare che esista qualche cosa al di sopra della materia
…”. (gf)