Strage di copti al Cairo. Appello del Papa per una coesistenza pacifica nel rispetto
dei diritti delle minoranze
Accorato appello del Papa, oggi, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro,
in seguito alle violenze scoppiate al Cairo, in Egitto, domenica scorsa, in cui sono
morti numerosi cristiani copto-ortodossi. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Il Papa si
è detto “profondamente rattristato dagli episodi di violenza” verificatisi al Cairo
durante una manifestazione promossa domenica dai copto-ortodossi per protestare contro
l’attacco a una chiesa nell’Alto Egitto incendiata dagli integralisti islamici, senza
che i responsabili fossero consegnati alla giustizia. Manifestazione finita nel sangue:
almeno 25 i cristiani uccisi, altre fonti parlano di 36 vittime:
“Mi
unisco al dolore delle famiglie delle vittime e dell’intero popolo egiziano, lacerato
dai tentativi di minare la coesistenza pacifica fra le sue comunità, che è invece
essenziale salvaguardare, soprattutto in questo momento di transizione”.
Benedetto
XVI esorta i fedeli a pregare affinché la società egiziana “goda di una vera pace,
basata sulla giustizia, sul rispetto della libertà e della dignità di ogni cittadino”:
“Inoltre, sostengo gli sforzi delle autorità egiziane, civili e
religiose, in favore di una società nella quale siano rispettati i diritti umani di
tutti e, in particolare, delle minoranze, a beneficio dell’unità nazionale”.
Dopo
la strage del Cairo, vacilla il governo egiziano: voci di dimissioni dell’esecutivo,
circolate ieri pomeriggio, sono state successivamente smentite. Dimissioni sono state
presentate dal vice premier e ministro delle Finanze, ma sono state respinte dal capo
della giunta militare Hussein Tantawi. Oggi, intanto, la commissione elettorale egiziana
ha iniziato a ricevere le candidature per il prossimo voto parlamentare, previsto
a novembre. Ma come spiegare quanto accaduto domenica scorsa al Cairo? Amedeo Lomonaco
lo ha chiesto a fra Kamal William, ministro della provincia francescana in
Egitto:
R. - Tutti
cercano di spiegarlo, ma una cosa è strana: come mai proprio in questo momento, in
cui ci si sta preparando alle elezioni del Parlamento? Sembra essere una cosa già
preparata per far slittare queste elezioni… Un’altra cosa: come mai, poi, quando i
cristiani organizzano manifestazioni, c’è sempre uno scontro tra l’esercito e i manifestanti?
Una delle donne musulmane, che era insieme con i cristiani per manifestare con loro
e rivendicare quello che loro rivendicavano, ha detto che all’improvviso - da dietro
- qualcuno ha sparato contro i manifestanti…
D. - Alla pacifica protesta
dei cristiani copti, si sono uniti dunque anche giovani musulmani e molti di loro
hanno anche cercato di difendere i fedeli copti…
R. - Questo è sicuro
ed è qui il problema. In tutte le manifestazioni che ci sono state durante la rivoluzione
del 25 gennaio tutti si aiutavano, tutti si difendevano; i musulmani facevano 'un
cerchio' per proteggere i cristiani affinché potessero pregare così come facevano
i cristiani che portavano l’acqua per le abluzioni per la preghiera musulmana… C’è
questa fusione di sentimenti, questo volersi difendere e per questo quello che è avvenuto
domenica è inspiegabile: come mai ogni manifestazione dei cristiani si conclude drammaticamente?
D.
- Proprio stamani il Papa ha detto che il popolo egiziano è lacerato dai tentativi
di minare la coesistenza pacifica. Una coesistenza - ha aggiunto il Santo Padre -
essenziale soprattutto in questo momento di transizione...
R. - Sì,
esatto, e io mi chiedo: come mai ogni volta, che si fa un passo in avanti verso le
elezioni parlamentari - proprio oggi dovevano cominciare a presentarsi i candidati
per le elezioni - accade questo? Come mai proprio in questo momento? Come mai ogni
volta che si compie un passo in avanti verso questa transizione pacifica, succede
qualcosa? Come mai ogni volta che c’è una manifestazione cristiana finisce sempre
in modo drammatico nonostante fra la gente ci sia questo sentimento di convivenza
pacifica?
D. - C’è una convivenza pacifica fra cristiani e musulmani,
ma c’è anche una strategia dell’odio …
R. - Questa strategia dell’odio
è difficile sradicarla, perché esiste da secoli ed eliminarla del tutto è difficile,
specialmente ora che si lotta per ottenere la maggioranza nelle elezioni parlamentari.
D. - A proposito di elezioni politiche che si terranno a novembre in
Egitto... Molti esperti temono che alle luci della “primavera araba” a sostegno della
democrazia, si possono sovrapporre le ombre del fondamentalismo…
R.
- Sì, questa paura c’è, ma la maggior parte degli esperti dicono che i gruppi fondamentalisti
non avranno mai la maggioranza, al massimo il 20 per cento. Ma i fondamentalisti musulmani
giocano anche sull’ignoranza che c’è nella popolazione. (mg)