2011-10-12 14:56:22

Sempre più preoccupante il disastro ambientale nella baia della Nuova Zelanda


Il rischio di una catastrofe ambientale irrimediabile: è lo scenario che si apre nella baia della Nuova Zelanda famosa per la sua fauna marina, dove da una settimana è incagliata una nave portacontainer della Nuova Zelanda. La situazione si fa più grave perché oggi sono comparse grosse fratture nello scafo. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Si tratta di una baia con una barriera corallina a 22 km dalla costa. E di una nave di 47 mila tonnellate di stazza. Finora dai serbatoi sono fuoriuscite almeno 300 tonnellate di petrolio che hanno contaminato le spiagge. Sono 70 i container caduti in mare. La metà di prua della nave lunga 236 metri è fermamente incastrata nei banchi corallini, la poppa è sommersa a più di 90 metri di profondità e lo scafo è inclinato di 18 gradi. Il rischio è confermato dal premier stesso della Nuova Zelanda: che la nave si spacchi e affondi, riversando in mare più di 1300 tonnellate di petrolio. In ogni caso, per il disastro già tangibile il comandante è stato arrestato ed è comparso davanti a un tribunale di Tauranga, il porto a cui la nave era diretta. È stato incriminato secondo la legge marittima, che riguarda attività pericolosa che coinvolga navi o altri prodotti marittimi. È stato rinviato a giudizio e liberato su cauzione, e rischia fino a 12 mesi di carcere e una multa pari a 5.700 euro. Intanto, centinaia di militari e di volontari sono impegnati nelle operazioni di pulizia sulle spiagge, raggiunte dalle dense bolle nere.

La zona interessata dal disastro ambientale costituisce un’area particolarmente ricca da un punto di vista biologico. Lo conferma, al microfono di Paolo Ondarza, Alessandro Giannì, responsabile campagne Greenpeace:RealAudioMP3

R. - La zona è famosa per la sua biodiversità, ma anche per la sua bellezza e quindi ha anche un elevato valore per quel che riguarda l’economia del turismo della Nuova Zelanda. E’ una zona ricca di uccelli e non a caso se ne contano già 200 morti. Ed è una zona anche importante per la riproduzione di varie specie di cetacei, come balene e delfini, che purtroppo comincia proprio adesso.

D. - Trecento tonnellate di petrolio hanno già contaminato le spiagge: circa 70 container sono caduti in mare e il danno potrebbe essere anche maggiore…

R. - Nella nave dovrebbero esserci circa 1.700 tonnellate di carburante, però questo non è greggio, ma è carburante e quindi vuol dire che sono più concentrate le sostanze pericolose, come i cosiddetti idrocarburi policiclici e aromatici e come sostanze cancerogene e tossiche. Ovviamente, hanno impatti che dipendono dalla loro concentrazione e quindi dai quantitativi. Da questo punto di vista, le ultime notizie non sono buone: per la prima volta le autorità marittime della Nuova Zelanda ammettono che la nave rischia seriamente di rompersi e questo perché c’è stata una perturbazione, tempo brutto ed onde fino a cinque metri. C’è quindi il rischio che la navi si spezzi, che i container vadano in giro per il mare - e questo è anche un altro problema, perché nei container ci può essere di tutto - e purtroppo è possibile che ci siano danni a lungo termine.

D. - Direttore, parliamo sempre di incidenti, ma nel caso specifico sono evitabili catastrofi di questo genere?

R. - C’è sempre un margine di imprevedibilità e questo sembra un incidente che poteva essere facilmente evitato perché la nave, prima in Australia e poi anche in Nuova Zelanda, era stata oggetto di ispezioni che avevano trovato la mancanza di alcune dotazioni di sicurezza: mancavano, ad esempio, alcune carte nautiche. Non è la prima volta, e temo non sarà l’ultima, che gli interessi economici mettano in pericolo, poi, la collettività.

D. - Greenpeace come è mobilitata in questo momento?

R. - Stiamo facendo soprattutto attività di informazione. Ci sono molti volontari, anche di Greenpeace, che sono lì, sulle spiagge, per aiutare. Ci danno poi informazioni su quello che succede.

D. - In cosa consiste l’attività di questi volontari?

R. - Soprattutto nel lavoro di raccogliere gli uccelli feriti, perché gli uccelli che si imbrattano con gli idrocarburi perdono il rivestimento protettivo che li isola, si bagnano e quindi si appesantiscono e non possono più volare, mentre gli uccelli marini normalmente non si bagnano. In quelle condizioni sentono freddo e quindi muoiono di ipertermia. Trovando un uccello in quelle condizioni è importante portarlo immediatamente al caldo, pulirlo dalle scorie degli idrocarburi e far ricostruire lo strato protettivo. Inoltre, esiste anche il problema della protezione delle spiagge: ho letto di circa 10 mila tonnellate di sabbia che dovranno essere ripulite... (mg)

Almeno 20 morti per diversi attentati in Iraq
Sono almeno 20 le persone rimaste uccise in una serie di attentati contro sedi della polizia a Baghdad, secondo quanto riferito da fonti mediche. Due degli attacchi sono stati compiuti da kamikaze che si sono fatti saltare in aria alla guida di automobili imbottite di esplosivo. Gli attentati giungono mentre è già alto l'allarme per la situazione della sicurezza in Iraq: entro il 31 dicembre prossimo è previsto il ritiro dal Paese anche delle ultime truppe americane.

Sì della Commissione europea all’apertura dei negoziati con il Montenegro
Via libera della Commissione europea all'apertura dei negoziati di adesione con il Montenegro. Dopo aver ottenuto lo candidatura l'anno scorso, oggi Podgorica viene promossa nell'ultimo Rapporto sull'allargamento dell'Unione. Occorre comunque compiere ulteriori riforme e consolidare le politiche di lotta alla corruzione e al crimine organizzato, oltre alla tutela delle minoranze. Sul fronte economico, bisogna intervenire contro carenze strutturali.

Rapporto Ue: Turchia carente sui diritti umani e nei rapporti con Cipro
Nessun progresso nei rapporti con Cipro e carenze sul fronte dei diritti umani, in particolare per la libertà di espressione. Sono questi i due nodi chiave che Ankara deve sciogliere per accelerare l'integrazione nell'Ue, secondo quanto emerge dal rapporto della Commissione Ue sull'allargamento dei confini comunitari. Bruxelles esprime “preoccupazione” per le tensioni con Cipro e afferma che i negoziati di adesione, ad un punto morto, “otterrebbero nuovo slancio” se la Turchia facesse progressi con Nicosia. Secondo Bruxelles, la Turchia è sulla buona strada verso l'Ue nel campo dei criteri politici ed economici, ma “ulteriori sforzi sono richiesti per garantire i diritti fondamentali nella maggior parte dei settori”. La libertà di espressione è quella più minacciata nella pratica: una serie di casi giudiziari contro scrittori e giornalisti e restrizioni sull'accesso ad Internet “creano serie preoccupazioni” nella Commissione europea. Nel campo della sicurezza energetica, “la Turchia rimane un partner importante”: sono andati avanti i preparativi del gasdotto Nabucco. Sul fronte immigrazione, sono invece terminati da tempo i negoziati sull'accordo di riammissione con l'Ue “che ora - esorta Bruxelles - deve essere firmato ed entrare in vigore”. Ankara però pone come condizione alla firma dell'accordo di riammissione l'apertura dei negoziati sulla liberalizzazione dei visti per Schengen, mentre l'Ue ha parlato della possibilità di un “dialogo”.

Italia: manca maggioranza sul rendiconto, il presidente Napolitano chiede verifiche
Serve una risposta credibile tra premier e parlamento: sono parole del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che in un comunicato del Quirinale prende atto della mancata approvazione ieri, da parte della Camera, dell'articolo 1 del Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato. Il capo dello Stato sottolinea che, negli ultimi tempi, “l’innegabile manifestarsi di acute tensioni in seno al governo e alla coalizione, con le conseguenti incertezze nell'adozione di decisioni dovute o annunciate, suscitano interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire”. “La questione che si pone – spiega ancora il presidente – è se la maggioranza di governo ricompostasi nel giugno scorso con l'apporto di un nuovo gruppo sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del Paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei”. Napolitano sottolinea: “E' ai soggetti che ne sono costituzionalmente responsabili, presidente del Consiglio e parlamento, che spetta una risposta credibile''. Da parte sua, il premier Berlusconi fa sapere che domani riferirà in Aula.

Amnistia in Birmania: liberi 120 dissidenti, l’opposizione chiedeva di più
Amnesty International definisce “deludenti, alla luce dei numeri emersi finora”, gli sviluppi dell'amnistia in corso in Birmania, dove da questa mattina sono stati rilasciati 120 prigionieri politici, come riferito dal portavoce della Lega nazionale per la democrazia, il partito della leader dell'opposizione, Aung San Suu Kyi. Benjamin Zawacki, ricercatore dell'organizzazione umanitaria con sede in Thailandia, afferma che “si sperava in un numero ben più sostanzioso specie considerando che si tratta di un'amnistia promossa da un governo civile eletto”. Nel 2009, l'allora giunta militare rilasciò 120 prigionieri di coscienza. I numeri usciti finora non consentono di notare un sostanziale cambio di rotta da parte del nuovo governo". Prima del rilascio odierno, l'associazione calcolava in 2.100 il numero dei prigionieri politici ancora dietro le sbarre in Birmania.

Liberato un algerino: restano in mano a pirati somali 25 membri della Blida
E' stato liberato uno dei 17 marittimi algerini, in mano a pirati somali, dopo il sequestro della loro nave, il "Blida", avvenuta il primo gennaio scorso. L'annuncio è stato dato dal portavoce del Ministero degli esteri algerino, Amar Belani, che ha precisato che l'uomo è stato liberato per ''motivi umanitari'' unitamente a un altro marinaio di ''nazionalità straniera''. Il "Blida" fu preso d'assalto e sequestrato in alto mare mentre si stava dirigendo verso il porto di Mombasa, in Kenya. La nave aveva 27 membri d'equipaggio, 17 dei quali di nazionalità algerina. In Algeria, per la liberazione dei marittimi del "Blida" si è creato un vasto movimento d'opinione, che affianca le famiglie dei marinai affinchè il governo attivi tutte le misure per giungere a una soluzione positiva. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 285







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