2011-10-12 15:08:49

Benedetto XVI all'udienza generale: nel buio dei dubbi o delle crisi Dio è sempre vicino


Credere alla presenza di Dio anche quando si attraversano momenti difficili. È il messaggio che Benedetto XVI ha ricavato dalla riflessione sul Salmo 126, proposto questa mattina alle migliaia di fedeli che hanno partecipato all’udienza generale in Piazza San Pietro. Al termine dell’udienza, il Papa ha ribadito che il valore della vita è sacro e deve essere “sommamente rispettato”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

“Dio fa meraviglie nella storia degli uomini”. Il Salmo 126 celebra questa certezza da migliaia di anni e Benedetto XVI ne ha dato una lettura attualizzata alle circa 15 mila persone che lo hanno ascoltato in una Piazza San Pietro illuminata da un caldo sole fuori stagione. Le strofe del Salmo preso in considerazione – che narrano del popolo d’Israele che rientra dall’esilio babilonese – descrivono, ha spiegato il Papa, l’altalenante susseguirsi dei sentimenti degli israeliti verso Dio:

“Il popolo dell’alleanza, disperso tra i pagani, si interroga dolorosamente su un Dio che sembra averlo abbandonato. Perciò, la fine della deportazione e il ritorno in patria sono sperimentati come un meraviglioso ritorno alla fede, alla fiducia, alla comunione con il Signore; è un ‘ristabilimento della sorte’ che implica anche conversione del cuore, perdono, ritrovata amicizia con Dio”.

Paura e gioia, i chiaroscuri dell’anima umana, trovano – ha affermato Benedetto XVI – risposta nella stabilità degli interventi divini che, ha detto, assumono “spesso forme inaspettate, che vanno al di là di quanto l’uomo possa immaginare”:

“Dio fa meraviglie nella storia degli uomini. Operando la salvezza, si rivela a tutti come Signore potente e misericordioso, rifugio dell’oppresso, che non dimentica il grido dei poveri, che ama la giustizia e il diritto e del cui amore è piena la terra”.

Questa certezza dell’agire divino, che vuole solo il bene dell’umanità, dovrebbe aprire gli occhi e allargare il cuore soprattutto dei cristiani. “Nella nostra preghiera – ha indicato Benedetto XVI – dovremmo guardare più spesso a come, nelle vicende della nostra vita, il Signore ci ha protetti, guidati, aiutati e lodarlo per quanto ha fatto e fa per noi”:

“Dobbiamo essere più attenti alle cose buone che il Signore ci dà. Siamo sempre attenti ai problemi, alle difficoltà e quasi non vogliamo percepire che ci sono cose belle che vengono dal Signore. Questa attenzione, che diventa gratitudine, è molto importante per noi e ci crea una memoria del bene che ci aiuta anche nelle ore buie”.

La seconda parte del Salmo, ha proseguito il Papa, sembra attraversata da un’“apparente contraddizione”: quella buona sorte che Israele celebrava nei primi versi come ristabilita, ora il salmista sembra chiederla “come qualcosa ancora da realizzare”. In modo particolare, il manifestarsi della salvezza viene descritto attraverso l’azione della semina, dove – ha osservato il Pontefice – si getta nella terra “ciò che potrebbe ancora diventare pane”, senza sapere se il raccolto andrà a buon frutto:

“Gettare il seme è un gesto di fiducia e di speranza; è necessaria l’operosità dell’uomo, ma poi si deve entrare in un’attesa impotente, ben sapendo che molti fattori saranno determinanti per il buon esito del raccolto e che il rischio di un fallimento è sempre in agguato (...) È il mistero nascosto della vita, sono le meravigliose “grandi cose” della salvezza che il Signore opera nella storia degli uomini e di cui gli uomini ignorano il segreto”.

La similitudine del Salmo, ha concluso Benedetto XVI, trova la sua spiegazione nel mistero della morte e della risurrezione di Gesù. Il credente che “attraversa quel buio”, il buio della semina, è come il chicco di grano “che muore per dare molto frutto”:

“La nostra storia, anche se segnata spesso da dolore, da incertezze, da momenti di crisi, è una storia di salvezza e di ‘ristabilimento delle sorti’ (...) Dobbiamo imparare questo anche nelle notti buie; non dimenticare che la luce c'è (...) È importante non perdere questo ricordo della presenza di Dio nella nostra vita”.

Al momento dei saluti, il Papa ne ha dedicato uno speciale agli studenti di varie parti del mondo iscritti al Pontificio Collegio San Paolo di Roma e un altro ai rappresentanti della Legio Mariae, esortati, ha detto, “a rendere una sempre più incisiva testimonianza cristiana nei vari ambiti della società, sotto lo sguardo materno della Vergine”. Di rilievo anche l’auspicio rivolto ai partecipanti alla Conferenza nazionale di Sanità pubblica:

“Il loro importante lavoro al servizio della persona umana rechi frutti copiosi, rafforzando nei cittadini la coscienza del valore sacro della vita ed impegnandoli nella difesa del diritto di ogni essere umano a vedere sommamente rispettato questo bene primario”.







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