I vescovi australiani in visita "ad Limina". L’arcivescovo di Adelaide, mons. Wilson:
gli immigrati, ricchezza della nostra Chiesa
E’ in corso, in questi giorni, in Vaticano la visita ad Limina dei vescovi
dell’Australia. Un Paese immenso, il sesto al mondo per estensione, ma scarsamente
popolato. Dei 22 milioni di abitanti, molti dei quali immigrati, il 25% è di religione
cattolica. La Chiesa australiana comprende sette province ecclesiastiche con in tutto
31 tra arcidiocesi, diocesi ed eparchie. Benedetto XVI ha visitato il Paese nel 2008,
in occasione della Gmg di Sydney. Philippa Hitchen ha chiesto all’arcivescovo
di Adelaide e presidente dell’episcopato australiano, mons. Philip E. Wilson,
di soffermarsi sulla realtà della comunità cattolica australiana:
R. - One
of the great... Uno dei grandi punti di forza della comunità cattolica in
Australia è la sua composizione internazionale: la Chiesa australiana ha una forte
componente di persone immigrate dall’Europa e dall’Asia negli ultimi 50 anni, inserite
oggi a pieno titolo nella nostra vita ecclesiale che hanno contribuito ad arricchire
con le loro esperienze di fede. Questo è quindi un fattore di forza, nel senso che
c’è un grande impegno di fede tra i cattolici australiani.
D.- Una
parte importante dell’attività pastorale è rivolta agli aborigeni australiani. Una
sua riflessione…
R. - The aboriginal people are a very significant... Gli
aborigeni sono un gruppo molto importante e la Chiesa ha una grande attenzione nei
loro confronti. Si tratta di comunità che devono affrontare diversi problemi e difficoltà
e tutte le nostre diocesi hanno avviato iniziative pastorali per aiutarle ed inserirle
a pieno titolo nella vita della Chiesa. La Conferenza episcopale ha una speciale Commissione
che dialoga con gli aborigeni, si occupa della loro situazione e collabora con loro
per aiutarli a vivere una vita dignitosa nella fede. I loro problemi derivano essenzialmente
dalla mancanza di opportunità, di assistenza sanitaria, di istruzione e di assistenza
sociale e la Chiesa è in prima linea non solo per dare una risposta a questi problemi,
ma anche per ricordare a tutta la società australiana e ai nostri governi la grande
responsabilità che abbiamo verso questa gente.
D. – Sono passati tre
anni dalla Gmg di Sydney: che cosa ha lasciato questo evento alla Chiesa australiana?
R.
- Well, Youth Day has had a really phenomenal effect... La Gmg ha prodotto
risultati importanti per la vita della Chiesa in Australia. Per noi è stato un momento
straordinario, che ci ha permesso non solo di focalizzare l’attenzione sul rinnovamento
della nostra pastorale giovanile, ma anche di guardare ai valori importanti della
nostra fede che si riflettono nella vita di ciascuno di noi. Come raccontano i nostri
vescovi, molti di quei giovani sono oggi attivamente impegnati nella vita della Chiesa.
Alcuni hanno intrapreso il sacerdozio o la vita religiosa e molti lavorano nelle loro
diocesi nell’apostolato giovanile. Le Gmg hanno aiutato molte persone a consolidare
il loro rapporto con Dio e con la Chiesa.
R. - Cosa ci può dire sull’impegno
della Chiesa locale nel dialogo interreligioso e sui rapporti ecumenici?
R.
- The Australian catholic bishops individually... I vescovi australiani,
individualmente e come Conferenza episcopale, sono molto impegnati nel dialogo ecumenico
e nella promozione dei rapporti interreligiosi. Consideriamo i rapporti ecumenici
molto importanti e cerchiamo di dialogare e collaborare con gli altri cristiani nel
Paese. Negli ultimi dieci anni, con l’aumento di immigrati non cristiani, è inoltre
cresciuta anche la nostra attenzione per le questioni interreligiose. Sentiamo il
dovere di stabilire un dialogo con queste persone di altre fedi e facciamo il possibile
per promuovere l’armonia religiosa e la comprensione reciproca nella nostra società.
D. - La Chiesa australiana è particolarmente attiva sul tema dell’immigrazione
e a volte ha criticato le severe politiche migratorie adottate dal governo. Qual è
la sua opinione?
R. - The Catholic Church in Australia... La
Chiesa australiana fa sentire la sua voce in difesa di tutti. Siamo quindi impegnati
ad affrontare le sfide poste dalla società sulle questioni morali della vita umana,
dell’aborto e dell’eutanasia e cerchiamo di influenzare la nostra comunità perché
i nostri valori si riflettano sul modo in cui vengono trattate le persone. Il nostro
grande compito è di aiutare tutte le persone che si trovano in Australia, quindi anche
gli immigrati e soprattutto i rifugiati. Come vescovi abbiamo detto a chiare lettere
che tutti quelli che approdano sulla nostra terra devono essere trattati con rispetto
e umanità e abbiamo levato la nostra voce contro gli ingiusti tentativi del governo
di rendere difficile la vita di questa gente. Ci sono poi singoli vescovi impegnati
attivamente nell’assistenza ai rifugiati senza documenti.