A Roma, un convegno sulla protezione degli anziani vulnerabili
Minacce, furti e abusi sono il triste destino che accomuna 37 milioni di anziani in
Europa. Di essi 29 milioni sono vittime di abusi fisici, 6 di abusi finanziari, un
milione di maltrattamenti sessuali e 2500 muoiono per mano dei familiari. Questo sarà
al centro del convegno internazionale dal titolo “Protezione degli anziani vulnerabili:
aspetti economici e giuridici della fragilità”, in programma a Roma il 27 e 28 ottobre.
Oggi la presentazione nella sede della nostra emittente. Al microfono di Andrea
Antonelli,Vincenzo Marigliano ordinario di Gerontologia
e Geriatria all’Università “La Sapienza”:
R. – L’Italia
è una delle nazioni più vecchie del mondo, se non la più vecchia tranne forse il Giappone.
Il problema è la situazione degli anziani, perché arrivati a questa età non hanno
fatto prevenzione sulle malattie e il loro stato di salute non è come ci auguriamo.
Quindi, oggi noi ci troviamo di fronte a tante disabilità e a tante fragilità sia
dal punto di vista sanitario, ovviamente, ma anche economico e sociale: l’emarginazione,
il rifiuto di considerare un anziano che ha qualche handicap una persona "normale".
C’è troppa considerazione dell’efficienza fisica, per cui in qualsiasi pubblicità,
comprese quelle con persone anziane, si mostrano sempre persone pimpanti e non persone,
con la testa a posto. che camminano più lentamente. Quindi, il problema è anzitutto
di mentalità e poi di organizzazione sociale e sanitaria. Oggi si possono recuperare
tutti.
D. – Cosa si intende per abusi finanziari?
R. –
Quando agli anziani vengono sottratti i soldi con artifici oppure quando vengono ricoverati
in ospedale e i parenti spariscono, lasciando l’anziano in una struttura a lunga degenza,
così da togliergli l’appartamento, la pensione o l’accompagno.
D. –
Quali obiettivi si intende raggiungere attraverso il Convegno?
R. –
Noi affronteremo il problema e poi faremo una Carta com’è stato fatto in Francia.
Ci siamo rivolti al governo affinché prenda visione del fatto che ci sono delle cose
da fare: fra l’altro, l’assegno per la disabilità, come in Germania e in Olanda. Ci
sono dei problemi da affrontare e sono urgenti, perché la nostra nazione si è mossa
meno su certe cose.
D. – C’è una qualche differenza nelle condizioni
in cui vivono i nostri anziani, rispetto magari ad altre nazioni d’Europa?
R.
– Noi abbiamo un grosso vantaggio, che è legato alla mentalità e alla tradizione italiana,
che però più passa il tempo e più si dissolve, perché la famiglia che rappresenta
l’ammortizzatore sociale, da una parte, è anche l’ammortizzatore sanitario dall’altra.
Oggi il 10 per cento dei nonni aiuta i nipoti economicamente, il 36 per cento li aiuta
a fare le piccole pratiche e il 40 per cento bada ai nipoti. D’altro canto, però,
la famiglia, quando il nonno non ce la fa più, si assume la responsabilità di assisterlo
nella malattia, come nel caso dell’alzheimer, visto che il 60 per cento è a carico
delle famiglie. (ap)