Il vescovo di Lamezia Terme: il viaggio del Papa, una boccata di speranza per la Calabria
Sul viaggio del Papa in Calabria ascoltiamo il commento del vescovo di Lamezia
Terme, Luigi Antonio Cantafora, al microfono di Fabio Colagrande:
R. – Questo
evento è stato straordinario per la nostra gente: soprattutto ha dato veramente una
boccata di speranza alla nostra terra. Hanno visto il Papa come qualcuno che ha dato
una spinta a rinnovarsi, uno scatto di novità. Il Papa ha parlato in positivo, senza
dimenticare i problemi. La spinta che ha dato il Santo Padre è stata quella di non
cedere al pessimismo e alla rassegnazione, di andare avanti affrontando con grande
forza tutti i problemi, perché la Calabria ha le risorse per poter affrontare realmente
questa congiuntura storica, in cui abbiamo bisogno di lavoro, di legalità, di pace.
Ha esortato, dunque, tutti ad andare avanti e a non arrestarsi di fronte alle difficoltà,
ma ad affrontarle con un atteggiamento positivo. (ap)
Sui risvolti sociali
di questo viaggio, Fabio Colagrande ha intervistato Mimmo Nasone, referente
dell’Associazione Libera per la Calabria:
R. - Noi
aspettavamo con ansia questa venuta del Papa, perché crediamo nel grande valore che
la sua parola ha per scuotere le nostre coscienze, le coscienze dei calabresi e non
solo dei calabresi. E’ stato molto bello il passaggio che ha collegato nell’omelia
al profeta Isaia, quando ha commentato che il progetto di Dio vuole far scomparire
la condizione disonorevole degli uomini; vuole asciugare le lacrime di ogni volto…
In queste parole ogni calabrese, ognuno di noi aveva presenti le storie disonorevoli
che condizionano la vita dei calabresi e le lacrime che bagnano il volto di molte
persone vessate da tante ingiustizie e non solo dalla criminalità organizzata e dalla
’ndrangheta: penso alla disoccupazione; penso alla carenza di servizi e alla situazione
delle persone con disabilità o dei malati mentali. Una serie di difficoltà per cui
questa condizione disonorevole fa fatica a scomparire. Per cui, il progetto di Dio
non sempre è condiviso pienamente dal progetto degli uomini. E poi, l’invito che faceva
il Papa - molto bello - sempre commentando il Vangelo: nella casa del Signore ci sono
molti invitati che, però, non hanno messo l’abito giusto. In questo pensavo a molti
mafiosi che siedono alla mensa del Signore e sono quelle persone che non hanno messo
l’abito nuziale: dicono di credere però non amano, non sono giusti, non sono al servizio
di Dio e del prossimo. Al Papa - e in questo è stato sicuramente grande - il Vangelo
ha dato un mano, ancora una volta: la Parola di Dio è inequivocabile!
D.
- Il Papa vi ha invitato a non cedere alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento
su voi stessi…
R. - La Calabria è una terra sismica - questo lo ha ricordato
anche il Papa - dal punto di vista geologico, strutturale, comportamentale e sociale.
Ma questa “sismicità” della nostra terra, questa problematicità che, a volte, è anche
rafforzata da un pessimismo, da una sorta di rassegnazione che purtroppo noi calabresi
abbiamo, ma stiamo cercando di contrastarla. Anche spinti dalle parole autorevoli
del Papa e non solo del Papa, anche dei vescovi della Calabria e dei tanti sacerdoti
impegnati, dobbiamo - se vogliamo essere cristiani e abitare la casa del Signore con
gli abiti giusti - vincere la rassegnazione e il pessimismo. (mg)