Il cardinale Bagnasco ai Sinti: i figli sono una grande ricchezza, la vita fragile
è sacra
I figli “sono una grande ricchezza” e “la vita fragile è sacra e merita l’attenzione
della comunità intera”. Ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei,
cardinale Angelo Bagnasco, che ieri pomeriggio ha visitato la comunità dei Nomadi
Sinti di Genova Bolzaneto nell’ambito della visita pastorale che sta compiendo nelle
parrocchie del vicariato della Valpolcevera. Al suo arrivo, il porporato è stato accolto
dai membri della comunità e dai volontari di Sant’Egidio che da oltre 25 anni assistono
i nomadi ed operano per la loro integrazione all’interno della società. Il cardinale
Bagnasco ha ascoltato alcune testimonianze dei presenti. “Nella vostra comunità -
ha detto il porporato - i figli sono una grande ricchezza e questo non è scontato”.
Oggi qui c’è un insegnamento che tutti dovremmo raccogliere ossia che, nonostante
le difficoltà materiali, che non sono poche, da voi i figli sono accolti come un grande
dono. Oggi invece talvolta, i figli, sono considerati un limite, un peso. Per voi
- ha aggiunto il cardinale - la vita in tutte le sue fasi è sacra e merita l’attenzione,
non solo dei parenti stretti, ma della comunità intera anche se con grandi sacrifici”.
Il cardinale ha quindi ringraziato i nomadi per l’accoglienza che manifestano nei
confronti della vita in tutte le sue fasi, dalla nascita fino alla fine naturale.
“Oggi - ha proseguito il porporato le cui parole sono state riprese dall'agenzia Sir
- non sempre la vita fragile, ferita, malata, che va verso il cielo, è considerata
qualcosa di sacro che merita attenzione, cura e sacrificio da parte di tutti, non
solo dei parenti, ma della comunità intera. Di questo vi ringrazio. I vostri - ha
precisato - sono valori profondamente umani che noi a volte stiamo perdendo”. In merito
alla richiesta dei Sinti, di poter trovare un’altra sistemazione abitativa il porporato
ha detto: “Ci auguriamo che troviate un’altra sistemazione ma dovete salvaguardare
la vostra unità, che è un valore grande” insieme “al mantenimento della vostra identità”
che ha “valori profondi. Anche quando sarete laureati” – ha poi affermato il porporato
rivolgendosi ai bambini del campo - a “non dimenticate mai cosa avete imparato qua”
e quindi “a non dimenticare le vostre radici che sono importanti”. Nel campo di Bolzaneto,
aperto nel 1988, vivono circa 140 Sinti italiani, di origine piemontese, tra cui molti
bambini. (A.L.)