Nelle piazze italiane torna l'iniziativa "Una mela per la vita" contro la sclerosi
multipla
In 3.000 piazze italiane torna l'iniziativa “Una mela per la vita”. Saranno distribuite,
con un piccolo contributo, 4 milioni di mele. Un appuntamento a sostegno della ricerca
sulla sclerosi multipla che, in Italia, colpisce oltre 60mila persone, soprattutto
giovani dai 20 ai 30 anni. Su questa patologia ascoltiamo Roberta Amadeo,
già presidente dell’Aism, l’Associazione italiana sclerosi multipla, al microfono
di Eliana Astorri:
R. - Colpisce
molto i giovani e se oggi possiamo stimare in Italia 63 mila persone con sclerosi
multipla, possiamo altrettanto dire che il 50 per cento sono persone giovani. Oggi
la diagnosi è abbastanza precoce, grazie ai risultati della ricerca scientifica e
quindi alla possibilità di andare a diagnosticare presto la patologia rispetto anche
soltanto a una ventina di anni fa. Abbiamo sicuramente delle strumentazioni più precise,
più certe e che ci danno quindi risposte anche ai primi sintomi. Questo, però, vuol
dire che un ragazzo giovane o una giovane donna quando decidono cosa fare del proprio
futuro si ritrovano a dover fare i conti anche con questa patologia che, di fatto,
è una patologia cronica ad oggi ed invalidante. Vero è - e questo mi piace dirlo perché
è vero, perché è giusto, perché questa è un po’ la spinta e il propulsore che fa andare
avanti tutte le persone con la sclerosi multipla - che la ricerca sta mantenendo le
sue promesse. Quindi rispetto anche a pochissimi anni fa le prospettive sono decisamente
migliori e vanno in tante direzioni: non vanno solo in quella che vorremmo tutti,
quella cioè che risolve definitivamente il problema; ma vanno anche nella direzione
di aggiungere qualità alla vita delle persone con sclerosi multipla, perché? Perché
oggi tutte le persone con sclerosi multipla si vanno a confrontare giornalmente con
quelli che sono i sintomi: migliorare la qualità di vita vuol dire migliorare la giornata
delle persone con sclerosi multipla. Questo è fondamentale.
D. - L’Aism
ha un progetto specifico per i giovani?
R. - Sì, più di uno: i giovani
- come in tutto il mondo del resto - sono il nostro presente da formare e il nostro
futuro da costruire. Sono delle risorse importantissime e a loro sono dedicati dei
progetti speciali e dei progetti specifici. Parlo di due progetti semplicemente perché
seguono due percorsi di fatto paralleli. Un primo progetto è legato esclusivamente
alle persone con sclerosi multipla e questo perché? Perché le persone giovani con
sclerosi multipla oggi hanno delle esigenze diverse rispetto ai giovani di ieri, perché
le prospettive sono cambiate: quelle che sono le loro esigenze è giusto, quindi, che
l’approfondiscano giovani con gli stessi problemi, ma soprattutto omogenei rispetto
all’età. Questo ci ha portato a creare un gruppo abbastanza ristretto di giovani con
sclerosi multipla nazionale, che sono entro i quarant’anni e che gestiscono e organizzano
gli eventi dedicati alle persone con sclerosi multipla giovani. Poi c’è un altro gruppo
dove, invece, non c’è distinzione tra sclerosi multipla e non, perché noi non vogliamo
creare un mondo a parte, ma vogliamo vivere nel mondo, dove ci sono tutti e lì costruire
un futuro libero dalla sclerosi multipla domani e libero dalla paura della sclerosi
multipla oggi. Questo gruppo si chiama “Young” ed è a tutti gli effetti parte integrante
dell’Associazione e si occupa veramente di lavorare in diversi ambiti, che sono quelli
della rappresentanza ed affermazione dei diritti, mettendo effettivamente la persona
al centro. Il 45508 è il numero per l’sms solidale che, quest’anno, andrà a sostenere
un progetto molto importante che stiamo portando avanti con la Fondazione italiana
sclerosi multipla, che è la nostra fondazione dedicata proprio alla ricerca scientifica
e che condividiamo con l’Australia. (mg)