Messa del Papa a Lamezia Terme: fede e amore vincono disoccupazione e criminalità
Cinquantamila fedeli hanno sfidato le piogge torrenziali di questi giorni per partecipare
stamani alla Messa presieduta da Benedetto XVI a Lamezia Terme, nel suo primo viaggio
pastorale in Calabria. Proprio oggi il maltempo ha concesso una tregua. Presenti anche
1300 invalidi accompagnati dai volontari dell'Unitalsi. Una celebrazione, quella di
oggi, ricca di simboli: la Croce di Gesù Cristo al centro dell'Altare ma senza crocifisso,
perché Colui che vi è stato inchiodato è risorto; e poi l’immagine dell’albero al
centro dell'ambone, simbolo di ogni fedele che nella propria vita ricerca la beatitudine.
Ma ascoltiamo il servizio della nostra inviata Emanuela Campanile:
(canto)
Non
c'è futuro senza carità. Lo dice e lo ribadisce più volte nella sua omelia Benedetto
XVI, di fronte a diverse migliaia di fedeli arrivati da ogni angolo della Calabria
per stare con lui e sperare insieme a lui. Hanno atteso il Papa, raccolti nella spianata
dell'ex Sir ora intitolata a Benedetto XVI. Lo hanno accolto con un sussulto di gioia
e con altrettanta gioia lo hanno ascoltato: la liturgia di questa domenica - ha detto
il Pontefice - lascia intuire qualcosa della festa di Dio con l'umanità. Il riferimento
è alla parabola del banchetto di nozze a cui molti sono invitati da un re:
“È
un’immagine - quella del banchetto - usata spesso nelle Scritture per indicare la
gioia nella comunione e nell’abbondanza dei doni del Signore”.
Tuttavia,
ha proseguito il Papa, sono in molti a non accettare l'invito - se non persino a disprezzarlo
a favore degli interessi e delle preoccupazioni personali. Ma poichè nulla e nessuno
può fermare l'illimitata generosità di Dio, l'invito del Padre si estende a tutti.
Un amore che non si scoraggia, un amore senza limiti per ognuno, ma ad una condizione:
“La
bontà del re non ha confini e a tutti è data la possibilità di rispondere alla sua
chiamata. Ma c’è una condizione per restare a questo banchetto di nozze: indossare
l’abito nuziale. Ed entrando nella sala, il re scorge qualcuno che non l’ha voluto
indossare e, per questa ragione, viene escluso dalla festa”.
Ma
che cosa è questo abito nuziale? Così spiega e risponde il Papa:
“Nella
Messa in Coena Domini di quest’anno ho fatto riferimento a un bel commento di san
Gregorio Magno a questa parabola. Egli spiega che quel commensale ha risposto all’invito
di Dio a partecipare al suo banchetto, ha, in un certo modo, la fede che gli ha aperto
la porta della sala, ma gli manca qualcosa di essenziale: la veste nuziale, che è
la carità, l’amore”.
Da qui, l’invito a custodire l’abito nuziale
e cioè la carità, da qui, l’invito a tutta la popolazione di Calabria a perseverare
e crescere nell’aiuto reciproco, nel rispetto di ogni bene pubblico per costruire
un domani migliore per una con regione con tante difficoltà:
“Una
terra dove la disoccupazione è preoccupante, dove una criminalità spesso efferata,
ferisce il tessuto sociale, una terra in cui si ha la continua sensazione di essere
in emergenza. All’emergenza, voi calabresi avete saputo rispondere con una prontezza
e una disponibilità sorprendenti, con una straordinaria capacità di adattamento al
disagio”.
Benedetto XVI, si è detto inoltre sicuro che i Calabresi
sapranno costruire il proprio futuro perché capaci di affrontare le difficoltà del
presente attraverso un cammino di fede forte. E così li ha esortati:
“Non
cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi. Fate appello
alle risorse della vostra fede e delle vostre capacità umane; sforzatevi di crescere
nella capacità di collaborare, di prendersi cura dell’altro e di ogni bene pubblico,
custodite l’abito nuziale dell’amore; perseverate nella testimonianza dei valori umani
e cristiani così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio
e della sua popolazione”.
Riferendosi poi all’impegno della Chiesa
locale, Benedetto XVI, ha inoltre ringraziato il Signore per i tanti germi di bene
seminati, per la diffusione nei diversi centri della Diocesi della pratica della
Lectio divina e per la divulgazione della Scuola della Dottrina Sociale della Chiesa:
“Auspico
vivamente che da tali iniziative scaturisca una nuova generazione di uomini e donne
capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune. Desidero anche
incoraggiare e benedire gli sforzi di quanti, sacerdoti e laici, sono impegnati nella
formazione delle coppie cristiane al matrimonio e alla famiglia, al fine di dare una
risposta evangelica e competente alle tante sfide contemporanee nel campo della famiglia
e della vita”.
Infine, il pensiero del Papa è andato ai sacerdoti
di cui - ha affermato – conosco lo zelo e la dedizione – invitandoli a distaccarsi
con decisione da una mentalità consumistica e mondana e a vivere la comunione tra
loro e con il vescovo, con i fedeli laici, e per la valorizzazione di gruppi e movimenti
all’interno della pastorale della Diocesi e delle parrocchie. Una collaborazione reciproca,
dunque, da cui, ha aggiunto – ne verranno molteplici benefici per la vita delle parrocchie
e della società civile. Di qui l'esortazione al laicato:
“A voi fedeli
laici, giovani e famiglie, dico: non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede
nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana! Avete
tutti i motivi per mostrarvi forti, fiduciosi e coraggiosi, e questo grazie alla luce
della fede e alla forza della carità. E quando doveste incontrare l’opposizione del
mondo, fate vostre le parole dell’Apostolo: ‘Tutto posso in colui che mi dà la forza’”.