Dopo New York e Washington, gli indignados statunitensi hanno manifestato ieri in
molte altre città americane, come Dallas, Houston, Seattle, Philadelphia e Boston.
Dell’importanza di questo movimento, riconosciuto anche dal presidente Obama, Salvatore
Sabatino ha parlato con Anna Maria Mori, autrice del libro “Esclusi”, dedicato alla
disoccupazione in Italia:
R. - La cosa
importante è il risveglio delle coscienze dal basso, perché tutta questa - vorrei
dire - “porcheria” che sta andando avanti da 25, 30 anni è passata nell’inconsapevolezza,
nel silenzio, forse nella non conoscenza dei meccanismi. Quindi, è importante che
ci siano dei giovani che abbiano capito che il cuore del problema è lì, è la Borsa,
i meccanismi della Borsa, della finanza, che stanno distruggendo il lavoro di tutto
l’Occidente e che rischiano di mettere alla fame milioni di persone.
D. - Quello
che impressiona di più, evidentemente, è il pragmatismo, il non voler dare una connotazione
politica a questo movimento…
R. - Non c’è dubbio, perché non è più un problema
politico o partitico. Il cuore del problema è l’economia e l’economia ormai è dominata
dalla finanza, quindi dalla Borsa. Io ero in Francia poco tempo fa e ho seguito attentamente
una trasmissione di economia, in cui si raccontava come il prezzo del grano fosse
determinato dalla Borsa. Il pane che mangiamo, se aumenta di prezzo non è perché c’è
stata la siccità oppure qualcosa del genere,, ma è perchè la Borsa ha deciso di puntare
in un modo piuttosto che in un altro sul grano. Non si può andare avanti in questo
modo.
D. - Un fenomeno, quello degli “Indignados”, che è partito, lo ricordiamo,
dalla Spagna. Si possono vedere delle differenze tra i due movimenti: quello europeo
e quello americano?
R. - Secondo me, c’è un sentire comune: c’è la protesta
contro chi sta negando il futuro alle nuove generazioni.