2011-10-08 15:07:05

Beatificata la religiosa catalana Ana María Janer Anglarill. Il Papa: donna forte e umile, misericordiosa verso tutti


Una donna che fu un esempio di “carità creativa”. È questa una delle definizioni che il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha riservato ad Ana María Janer Anglarill, religiosa catalana elevata questa mattina agli onori degli altari. La cerimonia di Beatificazione, presieduta dal porporato a nome del Papa, si è svolta questo sabato a La Seu d’Urgell, nella comunità autonoma spagnola della Catalogna. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Ci sono donne e uomini il cui destino è quello di lasciare dietro di sé, come luminose “comete” del bene, una scia destinata a non dissolversi mai. Persone che invece della passione per sé hanno quella per gli altri, bruciante e assoluta. Altrimenti non si potrebbe dire per Ana María Janer Anglarill, una catalana che attraversa l’Ottocento disseminando la sua terra di ospedali, collegi, case di accoglienza, perché chiunque – povero o ammalato che fosse, appena nato o vicino alla morte – aveva diritto a un pezzo del suo cuore e di quello di chi aveva deciso di affiancarla in questa avventura della carità. Nel tracciarne all’omelia della Messa di Beatificazione un profilo biografico, il cardinale Angelo Amato ha sottolineato come agli occhi di quelle che diverranno suore della Sacra Famiglia di Urgell, fondate nel 1859, Janer Anglarill ha già dato fin lì prova in prima persona di essere un’inesausta consacrata alla solidarietà:

“Benedetto XVI afferma che Madre Janer fu una ‘donna forte, umile, ricca di misericordia verso tutti, soprattutto verso i bisognosi e ammalati’. Si può aggiungere che in lei, ‘figlia del popolo catalano’, le virtù proprie della sua terra - come l’infaticabile capacità di lavoro, le eccellenti doti organizzative e di governo, la grande affabilità con tutti - vengono esaltata dalla sua grande carità verso Dio e verso il prossimo”.

Madre Janer non è risparmiata dalla persecuzione. Le guerre carliste e civili che guadagnano alla Spagna del 19.mo secolo morte, fame e peste colpiscono anche la Chiesa, spogliata nel 1836 degli Ordini religiosi. La futura Beata finisce all’esilio in Francia, ma non va in esilio da lei l’amore per quel Gesù che ha promesso di amare e che ora vede soffrire negli orfani di guerra, nei giovani disabili che affollano gli ospedali. “La grande virtù della carità – ha detto il cardinale Amato – era accompagnata dall’umiltà, virtù piccola, ma indispensabile per l’autentica pratica della carità”. Per le sue suore – oggi presenti anche in Centro e Sud America e in Guinea Equatoriale, oltre che in Spagna, Italia e Andorra – Madre Janer Anglarill fu di sprone continuo a essere “benevole” e “pacifiche”, “trattabili” e “dolci”. Ovvero, a portare dal di dentro all’esterno il meglio di un essere umano, il meglio di un cristiano:

“Le suore della Sacra Famiglia di Urgell oggi vanno incontro con coraggio e creatività alle nuove povertà, presenti, nella nostra Europa, nelle famiglie destrutturate, nell’immigrazione crescente, nella mancanza del senso trascendente della vita, nel pessimismo sterile che toglie entusiasmo di futuro ai giovani”.

Eletta nel superiora del proprio Istituto all’età di ottant’anni, allo scadere del mandato, nel 1883, Madre Janer Anglarill torna a essere una semplice suora, che pulisce il refettorio e si occupa dei servizi del convento, con quella stessa dedizione che ha fatto scuola:

“La Beata Janer è anche una bussola che ci orienta verso i bisognosi, che ancora oggi sono tanti, perché ancora oggi ci sono affamati, assetati, ammalati, emigranti e carcerati. La Chiesa è amica dei bisognosi e le sue braccia sono sempre aperte ad accoglierli”.







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