Rapporto trimestrale della Fao: luci e ombre sulla sicurezza alimentare mondiale
Nonostante produzioni cerealicole in crescita, tra il 2011 e il 2012 rimarrà incerto
l’andamento dei mercati mondiali a causa del rallentamento globale dell’economia e
del rischio di recessione, che potrebbero avere ripercussioni negative sulla sicurezza
alimentare, soprattutto nei paesi del Sud del mondo. È la previsione contenuta nel
rapporto trimestrale pubblicato dall’Agenzia Onu per l’Alimentazione e l’Agricoltura
(Fao) che evidenzia per lo più dati positivi. Il documento, ripreso dalla Misna, pone
l’accento, in primis, sull’atteso aumento della produzione cerealicola mondiale, che
dovrebbe raggiungere 2310 milioni di tonnellate, del tre per cento superiore rispetto
alla campagna di commercializzazione 2010-2011. In secondo luogo rivela una tendenza
alla diminuzione dei prezzi di vendita di quasi tutti i tipi di cereali, tranne il
riso, già registrata a settembre con una contrazione del costo di acquisto del due
per cento rispetto al mese di agosto. La Fao sottolinea che si è ormai molto lontani
dal picco dei prezzi raggiunto nel febbraio 2011 ma sempre sopra il basso livello
dei prezzi del settembre 2010. La contrazione dei prezzi viene attribuita a una elevata
produzione di cereali, in particolare nei grandi Paesi produttori del Mar Nero, unita
a una diminuzione della richiesta. In prospettiva, alla luce della crescita produttiva
anche le riserve di cereali dovrebbero lievemente aumentare, rimanendo tuttavia ai
livelli più bassi dal 2007. Nel suo rapporto la Fao, tuttavia, ricorda la grave crisi
alimentare che colpisce il Corno d’Africa, dove 13 milioni di persone patiscono la
fame in particolare nel sud della Somalia con quattro milioni di soggetti malnutriti.
Anche il rallentamento dell’economia mondiale rischia di ridurre il potere di acquisto
delle famiglie, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. L’altra incognita in grado
di ipotecare abbondanti produzioni cerealicole è il quadro meteorologico: piogge irregolari
e insufficienti nel Sahel potrebbero portare a una diminuzione del raccolto mentre
in Asia i monsoni hanno distrutto ettari di colture nella provincia pachistana di
Sindh e in Bangladesh, India, Tailandia e Filippine. In tutto nel mondo, secondo la
Fao, ben 32 paesi necessitano di aiuti esterni per fronteggiare cattivi raccolti a
causa di conflitti, insicurezza e catastrofi ambientali. Tra questi ci sono le due
regioni del Nilo Blu e Sud Kordofan, a rischio crisi alimentare, nel contesto di scontri
armati al confine tra Sudan e Sud Sudan. (M.G.)