Benedetto XVI ai vescovi indonesiani: la libertà di annunciare il Vangelo non è scontata,
servono dialogo e coraggio
Un rispetto senza barriere per una religione che è universale per sua natura, quella
cattolica. Lo ha invocato Benedetto XVI nel discorso rivolto questa mattina in Vaticano
ai vescovi dell’Indonesia, ricevuti in visita ad Limina. Il Papa ha incoraggiato
la Chiesa locale ad alimentare un costante clima di dialogo perché i rapporti interreligiosi
siano improntati alla pace. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Crescere
in un Paese come l'Indonesia di circa 230 milioni di persone, al 90% musulmano – e
quindi con il maggior numero al mondo di seguaci dell’islam – formato da un mosaico
di dozzine di etnie e centinaia di idiomi, non può avvenire senza una massiccia dose
di perseveranza e una grande capacità di intessere rapporti in modo disteso e amichevole.
Per questo, Benedetto XVI ha indicato il “perdono, la misericordia e l’amore nella
verità” come gli strumenti per “rispondere – ha detto – a tutte le situazioni”, specie
per “superare l’incomprensione o la sfiducia”. E tuttavia, l’esordio dell’intervento
del Papa è stato altrettanto netto nel richiedere analogo trattamento nei confronti
della Chiesa cattolica, dal momento che – ha rilevato – “opportunamente, la Costituzione
indonesiana garantisce il diritto umano fondamentale della libertà di praticare la
propria religione”:
“The freedom to live and preach the Gospel… La
libertà di vivere e predicare il Vangelo non può mai essere data per scontata e deve
sempre essere giustamente e pazientemente accolta. Né la libertà religiosa è semplicemente
il diritto di essere liberi da vincoli esterni. È anche il diritto di essere autenticamente
e pienamente cattolica, per professare la fede, costruire la Chiesa e contribuire
al bene comune”.
L’Indonesia, ha rimarcato Benedetto XVI, conosce
“da secoli” il “messaggio salvifico di Cristo” e conosce ciò che, in termini di “carità
cristiana” questo messaggio è in grado di produrre. A questo riguardo, il Papa ha
detto di apprezzare con enorme gratitudine “lo sforzo intenso” compiuto da schiere
di sacerdoti, religiosi, suore e laici per mostrare agli indonesiani la “bontà misericordiosa
di Dio” tradotta in termini di assistenza ai poveri, di impegno educativo e sociale.
Una testimonianza “umile ma coraggiosa”, ha soggiunto, in grado di “rafforzare” la
stessa società indonesiana, “promuovendo quei valori che i vostri concittadini hanno
cari: la tolleranza, l'unità e la giustizia per tutti”.
“I can only
encourage you in your continuing efforts… Io posso solo incoraggiarvi
nei vostri continui sforzi tesi a promuovere e sostenere il dialogo interreligioso
nella vostra nazione. Il vostro Paese, così ricco nella sua diversità culturale e
caratterizzato da una grande popolazione, è dimora di un significativo numero di seguaci
di varie tradizioni religiose. Dunque, il popolo indonesiano è bene in grado di dare
un contributo importante alla ricerca della pace e della comprensione tra i popoli
del mondo”.
Benedetto XVI ha quindi espresso premura perché la formazione
dei cristiani indonesiani, specie quella dei seminaristi e dei religiosi, sia “sempre
adeguata alla missione loro affidata”. “Ho fiducia - ha è stato il suo auspicio finale
– che voi e i sacerdoti, i religiosi e i laici delle vostre diocesi continuerete a
testimoniare l’immagine e la somiglianza di Dio in ogni uomo, donna e bambino, a prescindere
dalla loro fede, incoraggiando tutti ad essere aperti al dialogo, al servizio della
pace e dell'armonia:
“Your country is composed of thousands… Il
vostro Paese è composto da migliaia di isole; così anche la Chiesa in Indonesia è
costituita da migliaia di comunità cristiane, ‘isole della presenza di Cristo’. Siate
sempre uniti nella fede, nella speranza e nell’amore fra voi e con il Successore di
Pietro”.