Zimbabwe: Amnesty International chiede di garantire l’accesso all’istruzione
“Dimenticati. L’impatto degli sgomberi di massa sul diritto all’istruzione nello Zimbabwe”.
E’ il tema del rapporto diffuso ieri da Amnesty International che ha chiesto al governo
dello Zimbabwe di garantire l’accesso all’istruzione alle bambine e ai bambini che
vivono in nuovi insediamenti creati per ospitare le vittime di uno sgombero di massa
avvenuto nel 2005. “Gli insediamenti creati dal governo avrebbero dovuto dare una
vita migliore alle vittime di quello sgombero, che al contrario sono state affossate
ancora di più nella povertà. Negare loro l’istruzione significa negare ogni reale
prospettiva di tirarsi fuori da questa situazione di miseria”, ha dichiarato Michelle
Kagari, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa. “L’espulsione di persone
da luoghi in cui avevano accesso all’istruzione e il successivo diniego dello stesso
ha avuto un impatto devastante sulla vita e sui sogni di migliaia di bambine e bambini”.
Nel 2005, il governo giustificò lo sgombero di 700.000 persone nell’ambito della cosiddetta
“Operazione Murambatsvina”, affermando che quelle comunità vivevano in condizioni
deplorevoli. Molti giovani – rende noto l'agenzia Sir - hanno raccontato ad Amnesty
International di essere stati costretti, dopo lo sgombero, a cercare un lavoro per
mantenere la famiglia. In un insediamento, chiamato Hatcliffe Extension, i bambini
di 13 anni vanno a cercare lavoro nell’edilizia. È sconvolgente, per Amnesty International,
“che un governo possa impunemente rendere ancora più dura la vita alle persone più
povere e vulnerabili. Le autorità dello Zimbabwe devono immediatamente usare tutti
i fondi disponibili per adottate e attuare una strategia nazionale che garantisca
l’accesso gratuito per tutte le bambine e tutti i bambini alla scuola primaria”. (A.L.)