Il cardinale Bagnasco: nuovo patto tra generazioni e sostegno alla famiglia per rilanciare
l'economia
“Non è con più consumo e meno figli che risistemeremo l’economia, quanto con una revisione
radicale delle priorità”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza
episcopale italiana, intervenendo ieri pomeriggio alla presentazione del volume “Il
cambiamento demografico. Rapporto-proposta sul futuro dell’Italia”, curato dal Comitato
per il progetto culturale della Cei. Il testo, edito da Laterza, vuole far riflettere
sulla crisi della natalità in Italia e offrire proposte concrete. Presente all'incontro
il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato che ha redatto il Rapporto. Il
servizio di Debora Donnini.
“Se nel breve
periodo non scaturiranno le condizioni per un patto intergenerazionale, l’Italia non
potrà invertire il proprio declino”. E’ chiaro il messaggio del cardinale Bagnasco
che, alla presentazione del Rapporto-proposta dice: “Stiamo andando verso un lento
suicidio demografico”. Il testo dipinge la realtà dell’Italia: un Paese dove la media
di figli per donna è di 1,4, dove nascono ogni anno fra i 500mila e i 600mila bambini,
e cioè 150mila in meno di quanto sarebbe necessario solo per garantire nel tempo l’attuale
dimensione demografica; un Paese dove il numero dei meno che ventenni è pressoché
uguale a quello degli ultrasessantenni.
Per il presidente della Cei
però la ragione non può essere solo di tipo economico. Il cardinale Bagnasco parla
di “una povertà culturale e morale, che ha di molto preceduto lo stato di innegabile
crisi che caratterizza la congiuntura presente”, di una cultura che spesso propone
false alternative come tra autonomia e legame: quando invece, chi non vuole legami,
alla fine resta intrappolato nel gioco delle possibilità, mentre, quanto più una persona
ha avuto legami forti, tanto più si sviluppa in modo equilibrato. Una cultura, inoltre,
che a volte fa vedere i figli come “una rinuncia”, mentre “sono prima di tutto una
risorsa”. C’è quindi “una critica decisa a una cultura nichilista che - ha detto il
cardinale Bagnasco - ha lavorato sistematicamente alla decostruzione di
uno dei valori che fonda l’umano e lo sostiene, cioè la famiglia e la maternità”:
“La
ricetta dunque non può essere quella che ci ha portato a un presente difficile: non
è con più consumo e meno figli che si risistemerà l’economia, quanto con una revisione
radicale delle priorità”.
Bisogna sostenere la famiglia, ribadisce il
porporato:
“Occorre incoraggiare nuovi modelli di solidarietà interfamiliare
e intergenerazionale, facendo in modo che i genitori non si sentano abbandonati proprio
dalla società che contribuiscono a tenere in vita”.
E che sia necessaria
“un’alleanza per affrontare la crisi demografica” in atto in Italia ormai da alcuni
decenni, è convinto anche il cardinale Camillo Ruini. Sono due,
spiega, gli ordini di fattori capaci di far risalire il numero delle nascite: gli
interventi pubblici e quelli legati alla mentalità. Nel primo campo l’Italia ha un
ritardo più che trentennale; riguardo al secondo ordine di fattori, ha due vantaggi
potenziali: la solidarietà interna delle famiglie e il desiderio di figli.
“Il
Rapporto-proposta da una parte propone e sollecita una serie di concrete iniziative
di politiche pubbliche; dall’altra, chiede all’intera società, in particolare alle
molteplici agenzie culturali che vi operano, di invertire – per quanto possibile –
un’interpretazione individualistica, come diceva il cardinale Bagnasco, degli affetti
e della famiglia, riscoprendo la loro essenziale dimensione relazionale, con le responsabilità
e le scelte che ciò comporta”.
Equità nell’impostazione tributaria e
tariffaria, politiche abitative, conciliazione famiglia-lavoro: sono alcune delle
proposte da attuare, sottolinea il professore di demografia e membro del Comitato
Giancarlo Blangiardo intervenuto alla presentazione. La famiglia, infatti, deve tornare
al centro.