Timor Est: l’impegno dei Gesuiti nel campo dell’educazione
Occuparsi dell’educazione, in qualità di servizio alla popolazione di Timor Est, specialmente
in favore dei più poveri: è l’obiettivo primario della Compagnia di Gesù nel Paese
asiatico. Un obiettivo che verrà raggiunto anche grazie al prossimo sviluppo dell’Istituto
di educazione gesuita. "Questo istituto - scrive padre Marc Raper, presidente della
Conferenza dei Gesuiti dell'Asia-Pacifico e Superiore della Regione indipendente di
Timor Est – è situato in una zona rurale ad occidente della capitale Dili. In futuro
avrà due dipartimenti: il Collegio di Santo Ignazio di Loyola, dedicato all’educazione
di base, e il Collegio di San Giovanni de Britto, riservato alla formazione degli
insegnanti per la scuola secondaria superiore. Il primo dipartimento – continua padre
Raper – aprirà i battenti nel 2013 come scuola di ispirazione ignaziana per ragazzi
e ragazze, usando come mezzo di insegnamento il portoghese, il tetum, ovvero la lingua
locale, e l'inglese. Il Collegio San Giovanni de Britto, invece, sarà inaugurato nel
2014. Il corso di laurea, dalla durata di tre anni, sarà incentrato sul portoghese,
il tetum, l'inglese e l'educazione religiosa”. “Come istituzione cattolica – conclude
presidente della Conferenza dei Gesuiti dell'Asia-Pacifico - si avverte la necessità
di dare la priorità all’educazione e di sviluppare le competenze sia in questo settore
che in quello della diffusione della fede nel Paese”. Da ricordare che i gesuiti sono
sempre stati impegnati con la popolazione di Timor est, sia prima che dopo l’indipendenza
del Paese, in particolare attraverso l’istruzione presso la San Jose High School a
Dili, a loro affidata nel 1993 e che tornerà alla diocesi alla fine del 2011. La Compagnia
di Gesù è presente anche nella parrocchia di Railaco e in un centro sociale a Suai,
e si occupa soprattutto della pastorale sanitaria e dell’educazione dei bambini. Ciò
a riprova del fatto che la Chiesa cattolica di Timor Est è particolarmente attiva,
dato singolare in un’area prevalentemente musulmana come quella del sud-est asiatico.
(I.P.)