2011-10-05 14:36:08

Il Papa all'udienza generale: nel deserto del razionalismo Dio è la guida che custodisce la sua Chiesa


“Quando Dio apre la sua tenda per accoglierci, nulla può farci del male”. È un messaggio di assoluta fiducia quello che Benedetto XVI ricava dalla meditazione del celebre Salmo 23, quello del “Buon Pastore”. Il Papa ne ha parlato all’udienza generale di questa mattina, in Piazza San Pietro, affermando che la presenza di Dio è certa anche nel “deserto del razionalismo”. Benedetto XVI ha poi concluso ricordando la prossima festa della Madonna del Rosario e invitando i cristiani a “riscoprire” questa preghiera mariana. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

“Non manco di nulla”. Un versetto che la Chiesa intona da duemila anni, ripetendo una ancor più antica preghiera e soprattutto una certezza: quella della indefettibile benevolenza di Dio. Benedetto XVI ha seguito e riflettuto sugli elementi descrittivi e paesaggistici che compongono il Salmo 23 mettendo in rilievo come – in un ambiente desertico come quello narrato dal Salmista – il riferimento “ai pascoli erbosi” ai quali il Buon Pastore conduce il suo gregge rimanda al profondo “bene” che il Pastore stesso nutre per i suoi armenti:

“Cari fratelli e sorelle, anche noi, come il Salmista, se camminiamo dietro al ‘Pastore buono’, per quanto difficili, tortuosi o lunghi possano apparire i percorsi della nostra vita, spesso anche in zone desertiche spiritualmente, senza acqua e con un sole di razionalismo cocente, sotto la guida del pastore buono, Cristo, siamo certi di andare sulle strade ‘giuste’ e che il Signore ci guida e ci è sempre vicino e non ci mancherà nulla”.

A un certo punto sul gregge cala il buio della notte; “c’è il rischio – osserva il Papa – di inciampare oppure di allontanarsi e di perdersi”. Tuttavia il Salmista, prosegue il Pontefice, non è assalito da alcun timore, si sente rassicurato, come dovrebbero sentirsi allo stesso modo la Chiesa e ogni singolo credente:

“Quel ‘tu sei con me’ è una proclamazione di fiducia incrollabile, e sintetizza l’esperienza di fede radicale; la vicinanza di Dio trasforma la realtà, la valle oscura perde ogni pericolosità, si svuota di ogni minaccia. Il gregge ora può camminare tranquillo, accompagnato dal rumore familiare del bastone che batte sul terreno e segnala la presenza rassicurante del pastore”.

Dopo l’erba e l’acqua, la scena del Salmo si sposta all’interno di una tenda, quella dove il pastore vive con il suo gregge e dove il Salmista viene accolto – ha sottolineato Benedetto XVI – con una “generosa ospitalità”. Anche qui si respira un’atmosfera di grande serenità:

“Il Salmista è fatto oggetto di tante attenzioni, per cui si vede come un viandante che trova riparo in una tenda ospitale, mentre i suoi nemici devono fermarsi a guardare, senza poter intervenire, perché colui che consideravano loro preda è stato messo al sicuro, è diventato ospite sacro, intoccabile. E il Salmista siamo noi se siamo realmente credenti in comunione con Cristo. Quando Dio apre la sua tenda per accoglierci, nulla può farci del male”.

Il Papa ha concluso la catechesi ricordando come l’antica figura del Buon Pastore abbia trovato in Gesù “la sua pienezza di significato”:

“Gesù è il ‘Buon Pastore’ che va in cerca della pecora smarrita, che conosce le sue pecore e dà la vita per loro, Egli è la via, il giusto cammino che ci porta alla vita, la luce che illumina la valle oscura e vince ogni nostra paura (…) Chi va col Signore anche nelle vali oscure della sofferenza, dell'incertezza e di tutti i problemi umani, si sente sicuro. Tu sei con me: questa è la nostra certezza, quella che ci sostiene”.

Al momento dei ringraziamenti, Benedetto XVI ne ha rivolto uno speciale in lingua inglese alla delegazione della Facoltà di Teologia dell’Università greca di Salonicco, che ha voluto insignire il Papa della medaglia d’oro “Apostle Jason”. Il Pontefice si è detto “profondamente onorato” del gesto, riconoscendovi “un segno eloquente della crescente comprensione e del dialogo esistente tra cattolici e ortodossi”. Oltre a rivolgere un saluto, fra gli altri, al cardinale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo – a Roma con i vescovi siciliani a un anno dalla visita pastorale del Papa alla città – Benedetto XVI ha ricordato, in lingua slovacca, la memoria liturgica di dopodomani della Beata Vergine Maria del Rosario. “Riscoprite – ha detto – il valore della preghiera del Rosario come via per un incontro personale con Cristo”.







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